Dagli anziani agli emarginati, più spazio al Terzo settore. Parla Luigi Bobba

Conversazione con Luigi Bobba, già presidente delle Acli e già sottosegretario al Welfare. “Per far fronte al coronavirus servono le istituzioni, ma anche il capitale sociale. In Italia almeno un milione e mezzo di persone sono disponibili a dare una mano”

“Certamente servono un sistema sanitario robusto, ingenti risorse finanziare, Protezione civile ed Esercito per far fronte a una pandemia, ma tutto questo non basta”. Con queste parole Luigi Bobba, già presidente delle Acli e già sottosegretario al Welfare, spiega a Formiche.net quanto sia importante la partnership fra Stato e rete di volontariato. “In questi giorni i provvedimenti del governo hanno trattato l’emergenza sanitaria e quella economico-finanziaria, ma c’è un’emergenza sociale più nascosta e a tratti invisibile che se non curata avrà costi altissimi”.

leggi l’intervista su Formiche.it del 12 aprile 2020

Luigi BobbaDagli anziani agli emarginati, più spazio al Terzo settore. Parla Luigi Bobba
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Santa Pasqua 2020

«Questa fede pasquale nutre la nostra speranza. È la speranza di un tempo migliore, in cui essere migliori noi, finalmente liberati dal male e da questa pandemia» Papa Francesco

Buona Pasqua 2020

Luigi Bobba

 

Giotto, Resurrezione e noli me tangere, 1303-1305, Cappella degli Scrovegni

Luigi BobbaSanta Pasqua 2020
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Frontiere: “Che fare?”. Luigi Bobba ospite di Franco Di Mare a RaiPlay

Guarda il video a partire da 49′:20″

Ancora aggiornamenti e riflessioni sull’emergenza coronavirus al centro della puntata di “Frontiere”. Con Franco Di Mare, Walter Ricciardi, membro dell’esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità e consulente del Ministero della Salute, e lo storico ed editorialista Paolo Mieli. Fra gli ospiti che interverranno alla trasmissione per cercare di rispondere alla domanda “Che fare?” anche il giornalista Antonio Polito, il filosofo Massimo Cacciari, lo scrittore Andrea Vitali, il matematico Piergiorgio Odifreddi, Mario Melazzini, amministratore delegato degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri Spa, Marco Cossolo, presidente di Federfarma, Luigi Bobba, ex sottosegretario al welfare.

 

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Luigi Bobba: mobilitare tutta la “flotta delle zanzare” nella battaglia contro il virus

Come rafforzare il volontariato nella battaglia contro il virus? Quale sarà il ruolo del Terzo Settore nella ricostruzione? Ne parliamo, in questa intervista, con Luigi Bobba già Presidente delle Acli ed ex sottosegretario al Welfare.

Presidente Bobba, lei ha usato una metafora, per far comprendere il ruolo del volontariato in questa “strana guerra”, quella della “piccola flotta delle zanzare. Una metafora che colpisce, può spiegarcela?

La metafora non è mia. L’ho  presa in prestito da un grande della storia, il primo ministro inglese Winston Churchill. Siamo alla fine del maggio del 1943. A Dunkerque, nel nord ovest della Francia, le truppe corazzate tedesche avanzano inesorabilmente e chiudono in una sacca senza via di uscita le divisioni britanniche e francesi. L’unica via di scampo è il mare. Churchill mobilita il meglio della Marina reale britannica, ma lancia anche un drammatico appello alla nazione perché tutti i civili dotati di un’imbarcazione (mercantili, barche da pesca o da turismo, ecc.) si mettano in mare e raggiungano il porto di Dover. Migliaia di inglesi raccolgono l’appello e si portano verso le spiagge di Dunkerque. Il rischio che le truppe anglo – francesi vengano completamente decimate è altissimo, anche perché i cacciatorpedinieri della Marina militare inglese non riescono ad attraccare al porto di Dunkerque, ormai distrutto dai bombardamenti dell’aviazione tedesca. Così, per portare in salvo i soldati, approfittando dell’oscurità della notte, la miriade di imbarcazioni civili, più agili e veloci, si avvicinano alle spiagge di Dunkerque, caricano i soldati ormai allo stremo e li trasferiscono sulle grandi imbarcazioni della Marina Reale. Churchill, ad operazione conclusa, lodò l’opera dei suoi ammiragli, ma ringraziò in particolare la “flotta-zanzara”, senza la quale il numero delle vittime sarebbe stato enormemente più elevato. Così in questa nostra “strana guerra”, mi è venuto in mente questa metafora che avevo già utilizzato più di 25 anni fa, quando cominciai ad occuparmi di Terzo settore. Fuor di metafora: per salvare tante vite e curare le ferite di molti, sono fondamentali le istituzioni dello stato (la sanità, la protezione civile, l’esercito) ma non bastano. Serve anche la “flotta delle zanzare”, servono la miriade di associazioni e organizzazioni di volontariato presenti nelle nostre comunità, perché più vicine alle persone da salvare e più veloci nell’arrivare in tempo per evitare troppe sofferenze e troppo dolore.

leggi la mia intervista di Pierluigi Mele su Rai News del 5 aprile 2020

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Ripensare e rilanciare il Servizio Civile. Per il presente e per il futuro

La vostra proposta giunge a pochi giorni dalla pubblicazione, su queste stesse pagine, di un lucido intervento di Luigi Bobba già presidente delle Acli e parlamentare, che da uomo di governo, tra il 2016 e il 2017, tenne a battesimo il Servizio civile universale.

Bobba ha offerto tre semplici idee (tinyurl.com/3settore ) a decisori e legislatori per far valere la straordinaria realtà delle reti di solidarietà italiane, spiegando in particolare che con «400 milioni di risorse aggiuntive» si potrebbero mobilitare nell’arco di tre mesi quegli «80 mila giovani che nell’ultimo bando non hanno trovato posto» per il loro anno di servizio volontario. Personalmente, sostengo da tempo l’idea che tale strumento possa e debba essere potenziato e reso non solo universale ma obbligatorio (so che non tutti sono d’accordo, eppure resto saldamente della mia opinione) per radicare nei giovani cittadini, attraverso il concreto esercizio di una solidarietà competente ed efficace almeno per una fase della propria vita, la consapevolezza che nella condizione stessa della cittadinanza si assommano diritti e doveri. Ma stiamo all’oggi, che ci chiede di fare tutto ciò che è necessario per affrontare e vincere la sfida del Covid-19. (segue)

leggi la risposta del Direttore di Avvenire Marco Tarquinio del 7 aprile 2020

scarica l’articolo Avvenire_20200407_A02

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