Vercelli, Report Incontro post Direzione nazionale PD del 21 agosto

Il Partito Democratico Vercelli Valsesia ha riunito i propri iscritti in data 21/08/2019 per discutere sull’attuale crisi di governo che ha portato alle dimissioni del premier Giuseppe Conte. La riunione, partecipata e ricca di interventi ha messo in evidenza alcuni elementi che hanno seguito la relazione iniziale del Segretario Provinciale, allegata al presente documento.

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“Un cortocircuito istituzionale che va risolto”

Comunicato Stampa

Il Partito Democratico di Vercelli su Pozzolo e Cannata: un cortocircuito istituzionale che va risolto

Il PD di Vercelli, rispettoso del voto delle recenti elezioni, ha atteso in questo mese i provvedimenti e le scelte politiche della nuova amministrazione per poter esprimere giudizi di merito su tali questioni. In questi giorni però alcuni esponenti istituzionali della nuova maggioranza comunale hanno reso tristemente “famosa” la nostra Vercelli in tutta Italia a causa di alcune dichiarazioni rilasciate su Facebook che lasciano davvero allibiti. Ci riferiamo a quanto affermato da Emauele Pozzolo, segretario provinciale di Fratelli d’Italia e Assessore Comunale, in merito a una delicata vicenda relativa a un nostro concittadino, invalido civile al 100%, da lui indirettamente definito “parassita e occupante abusivo”, senza alcuna sensibilità o capacità di comprendere che la responsabilità di governo impone un atteggiamento di operosa umiltà volto in primis a risolvere i problemi delle persone (e poi a scrivere commenti d’effetto per i propri “followers”). 

Il secondo e se possibile ancora più grave, riguarda le dichiarazioni del neo eletto Vice presidente del Consiglio comunale di Vercelli, Dott. Giuseppe Cannata che commentando sempre su Facebook un articolo sul Gay Pride di Bologna del 2018 ha incitato ad ammazzare “tutti ste lesbiche, gay e pedofili”. Ora queste dichiarazioni già gravi se dette al bar da uno sconosciuto, diventano inaccettabili se rese pubbliche da un rappresentante istituzionale della nostra città. Una città che ha da poco ospitato il suo primo Pride, con una gioiosa e colorata manifestazione cui hanno partecipato diverse centinaia di cittadini, tra cui moltissime persone che fanno parte della comunità LGBT e che, secondo il nostro Vice presidente del Consiglio, avremmo dovuto “sopprimere con la forza”.

Questo cortocircuito istituzionale va risolto con le dimissioni del Dott. Cannata dalla carica di Vice presidente del Consiglio comunale. Un gesto teso a ristabilite in città un clima normale convivenza civile che permetta anche di ridare dignità all’immagine di Vercelli, dato che tutta Italia si è interessata alla vicenda.

Il PD di Vercelli prende infine atto delle dichiarazioni di Giorgia Meloni che ha preso le distanze dal Dott. Cannata. La parte in cui si dice che Fratelli d’Italia non accetta lezioni dal PD sul caso in questione, richiamando per l’ennesima volta la vicenda di “Bibbiano”, rappresenta un goffo quanto inutile tentativo di consigliarci il “silenzio” che rispediamo con forza al mittente.

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“Emergenza creata ad arte, io l’avrei risolta in 5 minuti”, dice Minniti del caso Sea Watch

L’ex ministro dell’interno (Pd) in una intervista al Fatto: “La faccia feroce può servire per conquistare consensi, non risolve i problemi concreti. E rischia di farti perdere l’anima. Una democrazia non può essere tenuta permanentemente sull’orlo di una crisi di nervi”

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Luigi Bobba“Emergenza creata ad arte, io l’avrei risolta in 5 minuti”, dice Minniti del caso Sea Watch
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Prepariamoci non solo ad un ruolo di opposizione, ma anche a costruire una vera alternativa

La campagna elettorale è finita. Ora le bocce sono ferme. Anche se resta ancora la partita difficile ma non impossibile per il sindaco di Vercelli, Maura Forte.

Il risultato delle elezioni regionali è inferiore alle aspettative. Quando ho accettato la proposta del Pd e di Chiamparino di essere candidato nel listino, sapevo che non sarebbe stata una passeggiata. La contemporaneità delle elezioni regionali piemontesi con la consultazione europea, non era certo un fattore positivo. Sarebbe prevalso (come di fatto è avvenuto) un carattere squisitamente politico nella battaglia elettorale. Non a caso, nel simbolo della Lega non c’era scritto “Cirio Presidente” ma “Salvini Piemonte”. La Lega ha chiamato gli elettori a votare per Salvini non per Cirio. Il nostro candidato Sergio Chiamparino, pur avendo portato una dote personale di circa 100.000 voti, non ha potuto contrastare efficacemente l’avanzata leghista. Ha combattuto una battaglia difficile e ne esce a testa alta. Gli va riconosciuto e il grazie è sincero e più che meritato.

Per me è stata una campagna elettorale un po’ strana. Non dovendo essere votato, dovevo invece dare una mano ai nostri due candidati del PD Michele Gaietta e Mariella Moccia e lavorare per far vincere Chiamparino. L’ho fatto volentieri sopratutto perché sentivo di dover sostenere chi – come Michele e Mariella – si era reso disponibile pur sapendo che difficilmente avrebbe centrato l’obiettivo della elezione. Infatti, come avevo ripetuto fino alla noia nei mesi precedenti alle elezioni, con questo sistema elettorale, nelle provincie piccole (Vercelli, Biella, Asti e VCO) – solo il primo partito riesce a fare il seggio. I due seggi, che la legge attribuisce a queste circoscrizioni elettorali, sono sulla carta. Solo uno viene effettivamente attribuito. E chiaramente è andato al primo partito, ovvero alla Lega. Con Michele e Mariella abbiamo condiviso un mese intenso e faticoso. Abbiamo lavorato sodo, incontrato tanta simpatia e tanto rancore. Sul campo, sui mercati c’erano solo il PD e la Lega. Il resto in dissolvenza.

Ha ragione Zingaretti nel dire che l’unica vera e solida alternativa alla destra è il PD. Certo, ora il lavoro di ricostruzione si fa più difficile, ma i cicli della politica si sono fatti brevi. Prepariamoci non solo ad un ruolo di opposizione, ma anche a costruire una vera alternativa. Quel che so e posso fare, lo farò volentieri anche senza galloni o incarichi. Ora però tutti al lavoro per portare alla vittoria Maura Forte, perché il meglio deve ancora venire.

Luigi Bobba
Vercelli, 28 maggio 2019

Luigi BobbaPrepariamoci non solo ad un ruolo di opposizione, ma anche a costruire una vera alternativa
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Sì a Chiamparino Presidente: le ragioni della mia candidatura alle prossime elezioni regionali in Piemonte

Se mi aveste chiesto anche solo una settimana fa di una mia eventuale candidatura nel listino del Presidente Chiamparino, vi avrei risposto senza esitazione in modo negativo. Poi, nel volgere del fine settimana di Pasqua, per le vie non sempre prevedibili della politica, mi è stata chiesta la disponibilità a far parte del “listino del Presidente Chiamparino”.

Chiariamo subito di cosa si tratta. Alle prossime elezioni regionali, i cittadini eleggeranno 40 consiglieri nei rispettivi collegi provinciali esprimendo un voto per il partito prescelto, e se lo desiderano, indicando una preferenza per uno dei candidati del proprio collegio. Altri 10 consiglieri saranno attribuiti per legge al candidato Presidente che il 26 maggio avrà ottenuto il maggior numero di voti. Un premio di maggioranza che consente al vincitore di avere appunto una maggioranza stabile nel nuovo Consiglio regionale. Ecco, per volere di Chiamparino e del Partito Democratico piemontese sono stato inserito nel “listino del Presidente”. Gli elettori non dovranno scrivere il mio nome sulla scheda, ma semplicemente scegliere Chiamparino e il Partito Democratico. 

Perché ho accettato questa proposta? Per tre semplici ragioni. 

La prima: in Piemonte si gioca una sfida che riguarda tutto il Nord. Siamo l’unica regione del Nord ancora guidata dal centrosinistra. Tutte le altre hanno eletto presidenti leghisti. Il Piemonte, con la vittoria di Chiamparino, può essere un argine al dilagare del nazional-populismo. Con l’esperienza maturata, sia in campo sociale sia politico-parlamentare, voglio fare la mia parte per mettere un freno a questa deriva dannosa per tutto il Paese.

Seconda ragione: sono vercellese e come tale vorrei provare a dare un’opportunità di rappresentanza in Consiglio regionale ad una delle provincie “piccole” dell’Alto Piemonte. Con la presenza nel listino, se Chiamparino vincerà le elezioni, avrò la possibilità di continuare un lavoro di rappresentanza del mio territorio, cosa che ho sempre cercato di fare come parlamentare fino al 2018.

Infine, terza ragione: desidero dare il mio contributo perché il Piemonte possa diventare uno straordinario laboratorio di innovazione tecnologica e della conoscenza; riesca a dar vita a un’originale esperienza di welfare comunitario; e insieme essere un ponte che guarda senza paura all’Europa e al Mondo.

Luigi BobbaSì a Chiamparino Presidente: le ragioni della mia candidatura alle prossime elezioni regionali in Piemonte
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