Eboli. Successo per il convegno “Enti Pubblici e Terzo settore: opportunità dell’amministrazione condivisa”

Un dibattito che ha offerto numerosi spunti, quello tenutosi la mattina del 21 aprile nell’auditorium del liceo Perito-Levi di Eboli, dal titolo “Enti Pubblici e Terzo settore: opportunità dell’amministrazione condivisa”.

Ad introdurre i lavori, più che con un semplice saluto, con un intervento di ampio respiro la dirigente scolastica Laura Maria Cestaro che ha sottolineato il valore della “comunità scolastica” come partner nella individuazione dei bisogni e sentinella della crescita culturale delle giovani generazioni che può, perciò, offrire una collaborazione non solo teorica nella costruzione di un modello di società inclusiva.

Quindi l’intervento del sindaco Mario Conte che ha sottolineato il cammino intrapreso dall’amministrazione per mettere in campo una migliore risposta ai reali bisogni delle fasce deboli, pur tra le mille difficoltà di una macchina amministrativa in carenza di organico. «Abbiamo voluto questo confronto per crescere, riflettere, migliorare e capire come una pubblica amministrazione possa offrire il miglior servizio possibile a coloro che più ne hanno bisogno. La riforma del terzo settore ci induce a credere che la strada dell’azienda consortile sia la migliore per offrire servizi efficaci ed efficienti». A spiegare come il confronto sia stato avviato fin da subito con enti ed associazioni è stata la presidente della Consulta Lucilla Polito. «L’amministrazione ha aperto un tavolo permanente proprio per cogliere esigenze e individuare obiettivi comuni». È toccato quindi all’assessore al Piano di Zona Massimiliano Curcio non solo sottolineare il cammino intrapreso verso la creazione dell’azienda consortile, ma anche l’importanza del contributo odierno sui dubbi delle amministrazioni locali relative all’affidamento dei servizi. «Coprogrammare e coprogettare con il terzo settore può suscitare problemi giuridici una volta giunti alla fase di realizzazione dei progetti?» è stata la domanda che ha tenuto banco e a cui i relatori hanno risposto con grande precisione. Dal portavoce del Forum campano del terzo settore, Giovampaolo Gaudino che ha messo in luce come sia proprio il terzo settore il più attivo protagonista di una programmazione efficace ed efficiente, a Daniele Manzolillo, presidente delle Acli campane, che ha chiarito gli enormi passi avanti compiuti negli ultimi anni, fino ai due ospiti di eccezione, Gabriele Sepio e Luigi Bobba.

«Cos’è il terzo settore? – ha spiegato con grande verve Sepio – È un valore aggiunto, un settore che vanta, unico nell’attuale momento, una crescita di fatturato enorme. Con l’istituzione di un albo nazionale  e di ben sette categorie di azione chi vi si iscrive è tenuto alla massima trasparenza. Deve rendicontare. Ma non è detto che non possa avere profitto. Lavorarvi può essere anche un’ottima chance per i giovani che però hanno bisogno di formazione specifica. Ed il dilemma delle amministrazioni locali è stato chiarito sia da una recente sentenza della Corte Costituzionale la 131 che da numerose pronunce giurisdizionali: il terzo settore può essere protagonista della coprogettazione e della coprogrammazione per individuare i bisogni e i migliori progetti, ma anche essere chiamato ad attuarli nella massima trasparenza».

«La legge ordinaria per la prima volta ha dato forma all’articolo 118 che era rimasto nel cassetto. Cos’è l’amministrazione condivisa e quali competenze richiede? Significa compartecipare, decidere insieme, con i due strumenti della coprogrammazione e la coprogettazione: individuare in modo limpido il bisogno della comunità. Un’amministrazione può farlo solo con i numeri e le carte, invece il terzo settore può farlo con gli occhi, le mani, il cuore. Se non viene individuato bene il bisogno si fanno progetti che servono solo ad intercettare i finanziamenti, senza effettivamente rispondere in pieno ai bisogni reali, al benessere dei cittadini, in tutte le loro sfumature. La capacità di mettere insieme una articolazione delle risposte, attraverso la coprogettazione. A procedere è sempre l’amministrazione. Codice degli appalti e codice del terzo settore sono due forme attraverso cui l’amministrazione può acquisire delle risposte a seconda dei bisogni della comunità».

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Il Terzo Settore: importante soggetto per il rilancio del Paese

di Luigi Bobba, Interris.it del 3 febbraio 2022

Nel testo del Pnrr, il Terzo Settore è indicato come uno dei soggetti importanti per questa decisiva operazione di rilancio e resilienza del Paese ed è convolto in diverse missioni, in particolare nella Missione 5 riguardante gli ambiti del lavoro, della formazione del sociale e della famiglia. Dunque, il Pnrr è sicuramente un passo nella direzione giusta. Sorprende invece che – nella lettura dei bandi che finora sono usciti in capo ai diversi Ministeri per l’impiego delle risorse già trasferite dalla Ue all’Italia– la soggettività originale e distintiva del Terzo Settore sia sostanzialmente bypassata, nel senso che i destinatari delle risorse sia di investimento che a fondo perduto del Pnrr, sono solamente le istituzioni pubbliche – Regioni e Comuni –, e le imprese private; a ciò si aggiunge un generico e indefinito “Altro”.

Classificare il Terzo Settore sotto la rubrica “altro”, ne fa un elemento marginale e non paritario con gli altri attori pubblici e privati. Questo è un limite forte a cui bisogna mettere mano, cominciando dal bando per l’utilizzo dei beni confiscati alle mafie emanato dall’Agenzia per la Coesione territoriale. Ora, la stessa Agenzia della Coesione ha emesso un Avviso per il coinvolgimento del Terzo Settore nella progettazione territoriale e questo forse è un indicatore di un cambiamento di rotta che deve essere valorizzato e tenuto in conto. C’è però ancora molta strada da fare; il Terzo Settore – in particolare in ordine agli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo Settore – acquisisce una sua originale fattispecie giuridica e dunque può anche essere destinatario di finanziamenti diretti nell’ambito delle iniziative promosse con il Pnrr.  Non a caso il Forum del Terzo Settore è stato coinvolto nell’organismo consultivo – presieduto dal Prof. Tiziano Treu – che ha il compito di verificare se gli indirizzi contenuti nei bandi corrispondono al disegno iniziale.  È necessario che chi rappresenta gli enti del terzo settore contrasti la comoda deriva di considerare il Terzo Settore come soggetto ancillare, marginale o emergenziale, anziché far valere la sua caratterizzazione originale e distintiva.

Riguardo al coinvolgimento del Terzo Settore circa la realizzazione del Pnrr, voglio formulare tre auspici. Il primo riguarda i bandi emanati dai diversi Ministeri, che sono gli attori principali nel perseguimento degli obiettivi esplicitati nelle Missioni in cui è articolato il Pnrr. Qualora gli stessi Ministeri agissero omettendo tale indirizzo, la cabina di regia – che è presieduta dal Presidente del Consiglio – ha il dovere di correggere il tiro e intervenire tempestivamente per far sì che il coinvolgimento del Terzo Settore sia effettivo.

Il secondo auspicio è che i tanti interventi che sono sotto la diretta responsabilità delle autonomie locali – ovvero le Regioni e i Comuni – diventino il luogo ideale dove sperimentare gli innovativi istituti dell’Amministrazione condivisa, anziché rassegnarsi alla logica delle gare e dei bandi. Il terzo auspicio è che anche il Terzo Settore, in particolare gli enti più rappresentativi e qualificati – abbiano la consapevolezza di questo cambio culturale che lo riguarda direttamente. Più puntualmente, mettano in gioco le loro competenze e le loro risorse per dar vita ad una coprogrammazione condivisa in modo da individuare I tanti bisogni che oggi non hanno risposta per poi gestire progetti cooperativi con le amministrazioni pubbliche. A tal fine, analogamente a quanto previsto in una recente norma approvata prima della fine del 2021 relativa all’istituzione di un fondo per una “Repubblica digitale”, si dia vita ad un apposito Fondo per promuovere interventi per una “Repubblica solidale”.

In altre parole, ci si ispiri alla positiva esperienza del Fondo per la lotta alla povertà educativa minorile, che ha coinvolto quasi cinque milioni di bambini e di adolescenti. Lo Stato riconosca un credito di imposta alle Fondazioni bancarie che investono in progetti legati all’inserimento al lavoro dei Neet, al welfare di comunità, all’ inclusione delle persone con disabilità. In questo modo, ossia coinvolgendo anche risorse private, si incentiva una transizione sociale ancora poco tematizzata ma che è altrettanto fondamentale al pari delle transizioni digitale ed ecologica.

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Sussidiarietà Amministrazione condivisa: disco verde

di LUIGI BOBBA presidente Terzjus e LUCIANO GALLO avvocato esperto di rapporti fra Terzo settore e pubblica amministrazione

La sentenza n. 131 del 26 giugno 2020 della Corte costituzionale ha fornito un’interpretazione particolarmente innovativa degli art. 55 e 56 del Codice del Terzo settore (Cts); sentenza, che ha poi trovato immediato riscontro in una norma del decreto “Semplificazioni”. La Corte ha infatti ricostruito ed affermato il rapporto fra il principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale ed il Cts, che ne costituisce l’organica e strutturata declinazione. Inoltre la particolare relazione che si crea fra Enti di Terzo settore (Ets) ed enti pubblici, in quanto finalizzata allo svolgimento di attività di interesse generale, dà vita alla “amministrazione condivisa”. Si tratta dunque, di una relazione collaborativa che, in ogni caso, deve essere “procedimentalizzata”, ovvero deve rispettare i principi e le regole dei procedimenti amministrativi. A distanza solamente di un paio di mesi, è poi intervenuta la modifica del Codice dei contratti, ad opera della legge 120/2020, che ha “fatto salve” le forme di coinvolgimento degli Ets previste dal Cts rispetto alle ordinarie modalità di affidamento di servizi pubblici in forma esternalizzata e dietro pagamento di corrispettivo. Ecco, allora, che la scelta fra l’amministrazione condivisa o l’affidamento di un servizio mediante appalto è, in primo luogo, di tipo politico.  Nell’ambito dell’amministrazione condivisa, Ets ed enti pubblici diventano soggetti che collaborano per lo svolgimento di attività di interesse generale; nell’ambito di una procedura competitiva concorrenziale, invece, ciascuna delle parti si impegna ad una propria obbligazione (esecuzione del servizio e pagamento del corrispettivo). Ne consegue che l’utilizzo degli strumenti del Cts, rappresentata dalla —  verrebbe da dire naturale —  “convergenza” degli interessi delle parti, accomunate nello svolgimento di attività di interesse generale, genera una vera e propria “comunione di scopo”. L’amministrazione pubblica non è più il solo titolare del bene comune, ma questo si realizza anche mediante una cooperazione con gli Ets. Gli interessi delle parti, dunque quelli pubblici e privati, devono necessariamente convergere nell’attività di collaborazione, che —  come ha ricordato la Corte —  si sostanzia nella “messa in comune” di risorse di vario genere, oltre alla condivisione delle finalità. Viceversa, nell’ambito di una relazione contrattuale derivante da un appalto, gli interessi delle parti sono e restano distinti per tutto il rapporto contrattuale; quello della stazione appaltante ad avere l’esecuzione del servizio a regola d’arte; quello del privato esecutore a maturare l’utile d’impresa, derivante dal corrispettivo pagato dalla prima. Pertanto, partendo dalla ricordata “parità” degli strumenti offerti dall’ordinamento (Cts e codice dei contratti pubblici), la scelta a monte dell’ente non è neutra, poiché emerge chiaramente il diverso ruolo degli Ets quali meri prestatori di servizio o, in alternativa, enti da coinvolgere attivamente, a fronte della meritorietà dell’attività (di interesse generale, dunque caratterizzata dalla non lucratività) da svolgere. Un secondo aspetto —  forse quello maggiormente innovativo —  che merita di essere sottolineato riguarda la dimensione del protagonismo degli Ets, nel senso che il Cts prevede, in termini generali, che l’iniziativa possa anche provenire dal privato sociale. Agli Ets, la Riforma assegna un compito, rilevante anche sotto un profilo culturale, di farsi parte attiva, non assumendo solo un comportamento adattivo alle scelte o alle non scelte degli enti pubblici, ma potendo elaborare e presentare proposte progettuali, ancora una volta nel rispetto della disciplina sui procedimenti amministrativi. L’evidenza pubblica resta sempre la via maestra, ma —  in quest’ultimo caso —  è la conseguenza della valutazione positiva, da parte degli enti pubblici, di una proposta progettuale ritenuta meritevole di accoglimento, in quanto di interesse generale e coerente con gli indirizzi e le finalità degli enti pubblici medesimi. Per essere chiari, è quella proposta progettuale, presentata dagli Ets, che diventa parte della successiva procedura ad evidenza pubblica, con la quale eventualmente misurarsi. L’amministrazione condivisa, sotto altra angolatura, come rilevato dalla stessa Corte costituzionale, determina la messa in comune di risorse di vario genere, pubbliche e private, generando così ricadute positive in termini di qualificazione ed efficacia della spesa pubblica. Inoltre, l’attivazione di rapporti di collaborazione, come dimostrato dalle varie esperienze locali svolte nel Paese, elimina il tasso di conflittualità, tipico delle competizioni concorrenziali nell’ambito delle gare d’appalto, con benefici sia per gli stessi bilanci pubblici, non gravati dal contenzioso, che —  più in generale —  per la generazione di un clima di fiducia reciproco. Non va sottovalutato, inoltre, il livello di trasparenza che procedimenti di co-progettazione, di accreditamento e di convenzionamento, svolti ai sensi del Titolo VII del Cts, possono indurre a beneficio non solo di chi vi partecipa, ma anche degli stessi cittadini. Si tratta, dunque, di procedimenti nei quali l’utilizzo di beni e di contributi pubblici deve avvenire “alla luce del sole” e, come tale, essere rendicontato. In questo modo si rendono possibili anche forme di “controllo diffuso”: l’amministrazione condivisa come strumento di partecipazione attiva della cittadinanza. Sono, pertanto, evidenti le varie e significative ragioni, non solo politiche, per avviare —  nella forma dell’iniziativa pubblica (con la pubblicazione di Avvisi) o in accoglimento di proposte progettuali (a seguito dell’iniziativa privata degli Ets) —  forme di amministrazione condivisa. Verrebbe quasi da dire che, dopo la sentenza della Corte e delle modifiche del codice dei contratti, gli enti pubblici dovrebbero motivare e giustificare la scelta di ricorrere agli strumenti del mercato concorrenziale degli appalti e delle concessioni anziché avvalersi delle forme tipiche di collaborazione con gli Ets.

scarica l’articolo a pag. 80 di Vita.it dicembre 2020

Luigi BobbaSussidiarietà Amministrazione condivisa: disco verde
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“Promuovere i beni comuni: verso un’amministrazione condivisa”, Mercoledì 9 dicembre ore 18

Una nuova stagione per gli Enti del Terzo Settore, torna Terzjus con l’incontro: “Promuovere i beni comuni: verso un’amministrazione condivisa”, Mercoledì 9 dicembre alle ore 18.

Mercoledì 9 dicembre alle ore 18, Terzjus – l’Osservatorio giuridico del terzo settore – ritorna a pochi mesi dalla nascita con un incontro intitolato: “Promuovere i beni comuni:verso un’amministrazione condivisa”. E lo fa partendo  dalla presentazione del primo Quaderno dedicato a “I rapporti tra Amministrazioni pubbliche ed Enti del Terzo Settore”, a cura di Antonio Fici, Luciano Gallo e Fabio Giglioni – Editoriale Scientifica Napoli.

“Questo prima pubblicazione  – dichiara Luigi Bobba, Presidente di Terzjus-  raccoglie sia contributi presentati da accademici e professionisti nel seminario che l’ Osservatorio aveva realizzato l’11 giugno scorso, sia altri interventi redatti a seguito della importante sentenza 131/2020 della Corte costituzionale. Tale sentenza, relativa agli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo settore, potrebbe aprire una nuova stagione nei rapporti tra Amministrazioni pubbliche ed enti del Terzo settore”.

Alla presentazione da remoto del volume prenderanno parte Luca Antonini, giudice costituzionale ed estensore della citata sentenza, Ferruccio De Bortoli, Presidente di Vidas ed editorialista del Corriere della Sera, Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore, Valeria Negrini, Vicepresidente della Fondazione Cariplo e Giovanni Quaglia, Presidente della Fondazione CRT.

All’incontro, inoltre, non faranno mancare la loro voce anche autorevoli esponenti delle istituzioni come Alessandro Lombardi, Direttore Generale del Terzo Settore del Ministero del Lavoro, Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia e responsabile Welfare e Terzo Settore dell’ANCI e Francesco Boccia, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. Saranno altresì presenti i tre curatori del Quaderno, Fici, Gallo e Giglioni.

“Il testo rappresenta – continua il Presidente Bobba – un utile strumento di riflessione in una stagione  che si spera sempre più contrassegnata dalla “comunione di scopo”  tra Amministrazioni pubbliche ed Enti del terzo settore. Un’architrave normativa sulla quale poggiare il riconoscimento degli Enti di terzo settore come attori importanti nella programmazione e progettazione di servizi e attività di interesse generale a favore dei cittadini e in particolare di quelli più vulnerabili. Ci attendiamo – conclude Bobba – un cambiamento vero e concreto a cui Terzjus contribuirà anche attraverso ulteriori attività come il seminario di alta formazione, previsto a marzo 2021, per mettere a confronto e far conoscere i modelli e le buone pratiche di “amministrazione condivisa” già presenti nel nostro Paese”.

Si può partecipare all’incontro collegandosi al link dedicato sul canale YouTube https://youtu.be/GkDOk5l9QpQ

Chi fosse interessato al testo lo può scaricare gratuitamente, mediante l’iscrizione alla newsletter al sito www.terzjus.it.

Luigi Bobba“Promuovere i beni comuni: verso un’amministrazione condivisa”, Mercoledì 9 dicembre ore 18
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“Promuovere i beni comuni: verso l’amministrazione condivisa”, mercoledì 9 dicembre ore 18

PROMUOVERE I BENI COMUNI: VERSO L’AMMINISTRAZIONE CONDIVISA
Presentazione del 1° Quaderno di Terzjus:
I rapporti tra Amministrazioni pubbliche ed Enti del Terzo settore
MERCOLEDI’ 9 DICEMBRE ORE 18
Luigi Bobba“Promuovere i beni comuni: verso l’amministrazione condivisa”, mercoledì 9 dicembre ore 18
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