Luigi Bobba su «Avvenire», Mozambico, lavoro e formazione: la lezione di Inhassoro

L’idea di avviare una scuola professionale era stata di un missionario italiano, don Pio Bono, “fidei donum” della diocesi di Vercelli, con alle spalle già 30 anni di presenza in Kenia e che dal 2000 si era insediato in una parrocchia lasciata dai missionari della Consolata a causa della sanguinosa guerra civile, conclusasi poi con gli accordi di pace firmati a Roma alla Comunità di S. Egidio.

Don Pio mi interpellò – ero allora presidente delle Acli – per chiedere un aiuto nel costruire una scuola professionale. Conosceva infatti l’esperienza italiana dell’ENAIP – l’ente di formazione professionale promosso dalle Acli – e riteneva necessario offrire una possibilità di formazione al lavoro per tanti giovani del posto che non avevano altra alternativa che emigrare in Sudafrica per lavorare in miniera o dedicarsi alla pesca o ad una povera agricoltura di sussistenza. Fu l’occasione per celebrare in modo non retorico i 50 anni di fondazione dell’ENAIP, che ricorrevano proprio nel 2002. Grazie al contributo dell’8 per mille della Chiesa cattolica e al sostegno dei soci delle Acli (dedicammo 0.50 euro del costo di ogni tessera a questo progetto), in meno di due anni i primi edifici della scuola furono pronti, insieme ai laboratori di sartoria e di falegnameria. Così, con l’anno scolastico 2014 partirono i primi due corsi con circa 125 studenti. Poi, poco per volta la scuola è cresciuta. Sono stati attrezzati altri due laboratori di elettricità e di meccanica e installata un’aula computer, allora l’unica in tutto il distretto di Inhassoro. Grazie a questi nuovi laboratori, i corsi professionali diventarono quattro e gli allievi circa 400. Le competenze, che le ragazze e i ragazzi stavano acquisendo, erano essenziali per lo svolgimento dei mestieri di base in una comunità interessata da un primo sviluppo economico locale. Poi nel 2009, l’incontro con una Ong italiana, il Celim, che disponendo di un finanziamento della Cooperazione del Governo italiano, decise di inserirsi nella struttura della Estrela do mar, costruendo un moderno laboratorio di cucina. Partì così anche un quinto corso di Hotellerie e turismo, nonché un sesto corso di contabilità. Il Celim realizzò, sempre ad Inhassoro – proprio in riva all’Oceano Indiano –, anche un piccolo ma grazioso resort – Hotel Estrela do mar– diventato poi la struttura dove gli studenti potevano svolgere dei tirocini professionali. Dunque la scuola si andava affermando come una piccola ma qualificata leva di sviluppo locale, oltreché come struttura formativa sempre più apprezzata non solo nel distretto di Inhassoro ma anche in tutta la Provincia di Inhambane. Gli studenti erano ormai più di 600 e nel 2011 la Estrela do marottenne il riconoscimento come seconda miglior scuola professionale del Mozambico. Quello che sembrava un sogno, pur tra mille difficoltà, era diventato una realtà concreta e un’opportunità di buona formazione per tanti giovani mozambicani. Si tratta di una “scuola comunitaria” che opera sotto la responsabilità della Diocesi di Inhambane (a cui le Acli hanno donato l’edificio e i laboratori) ed è regolata ai sensi di un’intesa tra la Chiesa cattolica e il governo Mozambicano. La direzione della scuola è di competenza della Diocesi (il direttore fino al 2019 è stato il missionario don Pio Bono e ora, invece, il nuovo parroco di Inhassoro, p. Geremia dos Santos Moses); il governo assicura il pagamento degli insegnanti, del direttore pedagogico aggiunto e del personale di segreteria. Le Acli, fin dall’inizio, oltre ad aver contribuito alla costruzione di 35 aule e all’allestimento di cinque laboratori, non hanno mai fatto mancare il loro sostegno per la manutenzione e l’aggiornamento dei laboratori, per il pagamento del personale non insegnante e per i costi del materiale di consumo mediante una quota annuale del 5 per mille, con l’opera qualificata di formatori dell’Enaip, con l’appoggio della propria ong Ipsia. Fondamentale è stato (è lo è ancora) il sostegno di Ipsia Vercelli ODV, della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli che da dieci anni eroga un contributo finanziario, dei molti volontari che hanno prestato gratuitamente la loro opera, dei ragazzi in Servizio civile che si sono succeduti dal 2009 ad oggi (salvo per il periodo della pandemia) e dei tanti anche che hanno fatto donazioni. È grazie a loro che il sogno, nonostante le molte difficoltà, non si è infranto e che ora più di 1000 ragazzi e ragazze hanno un’opportunità di formazione secondaria e professionale. Nel frattempo, a partire dal 2015 sono intervenute importanti novità che hanno accresciuto la capacità della scuola di attrarre studenti anche da province limitrofe e ampliato e diversificato l’offerta formativa. Infatti, dal 2015, la scuola professionale è stata riconosciuta come “Istituto tecnico e commerciale” per cui sono stati attivati gli ultimi anni di scuola secondaria per poter conseguire il diploma superiore ed eventualmente accedere all’Università. Attualmente i corsi di studio sono tre: contabilità, elettricità e meccanica industriale per un totale di 360 allievi di cui 136 sono ragazze. Grazie all’intervento della Sasol, un’azienda sudafricana di estrazione del gas, questi corsi sono ospitati in un nuova struttura realizzata dalla stessa azienda. Il sostegno finanziario di diversi Rotary del territorio vercellese ha consentito poi di aprire nuovi laboratori con attrezzature adeguate alla specializzazione industriale che l’Istituto andava assumendo. È stato altresì attivato un nuovo laboratorio di informatica con più di 40 postazioni. Tutto questo consente di preparare figure professionali con le competenze richieste sia da Sasol sia da altre aziende che si sono insediate nella Provincia di Inhambane, tra cui l’italiana Bonatti o la francese Bolloré. Gli studenti, prima di diplomarsi, hanno la possibilità di fare uno stage presso queste o altre aziende e poi, in non pochi casi, di inserirsi al lavoro nella stessa impresa. Altra importante novità: su richiesta del Governo locale, è nato nel 2020 il Liceo S. Eusebio dove si tengono i primi tre anni di scuola secondaria con la presenza di circa 700 studenti. Infine, per iniziativa delle Acli e dell’Enaip, nel 2019 è partita l’impresa sociale Enaip Mozambico che ha sede a Maputo e che opera per la formazione dei formatori e l’assistenza tecnica di 10 scuole professionali nel campo del turismo e dell’agricoltura. In un paese, dove circa la metà della popolazione ha meno di 25 anni, la leva fondamentale per un’uscita dalla povertà e una crescita equilibrata è rappresentata dall’investimento in formazione e buona scuola. È quello che le Acli, insieme a diverse altre realtà con radici italiane (a cominciare dai Salesiani) stanno provando a fare.

[pubblicato in «L’economia Civile» di «Avvenire» di mercoledì 23 novembre 2022]

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