Verso una legge europea sul Terzo settore

A livello di diritto dell’Unione europea manca una disciplina specifica degli enti non profit, laddove per altri enti giuridici, come le società di capitali e le società cooperative, esistono specifici regolamenti europei. È possibile ottenere oggi il risultato non conseguito negli scorsi decenni?

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Gli effetti del Servizio civile sull’occupabilità dei giovani. Una stima tramite Statistical Matching

Partendo dai dati campionari relativi a due popolazioni di volontari del Servizio civile, intervistate ‘ex-ante’ ed ‘ex-post’ rispetto all’esperienza di servizio, il contributo propone una stima degli effetti del Servizio civile rispetto alla dimensione dell’occupabilità (outcome variable) dei giovani coinvolti dal programma, tramite analisi controfattuale basata sulla tecnica dell’abbinamento statistico (statistical matching). Si presentano preliminarmente la policy e le dimensioni del ‘fenomeno’, si delineano i profili di giovani che il Servizio civile intercetta nella sua forma ordinaria in termini socio- anagrafici, si propongono i risultati in termini di employment, infine, si presenta una stima degli effetti del Servizio civile sulla dimensione dell’occupabilità misurata tramite OKI- Inapp, un indice composito multidimensionale probabilistico elaborato da Inapp.
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Terzo settore senza frontiere – Verso una legge europea sugli enti del terzo settore

La legislazione italiana sul terzo settore, per quanto originale e fortemente innovativa, non costituisce tuttavia un caso isolato in Europa. Allo stesso modo, l’Italia non è l’unico paese in cui il settore non profit è ampiamente diffuso. A livello europeo si stanno riproponendo forti spinte verso l’adozione di una legge europea sul non profit o il terzo settore. Lo scritto – che costituisce una breve sintesi di un più ampio studio condotto dall’Autore su incarico del Parlamento europeo – introduce al tema presentando le possibili strategie che possono essere adottate per giungere all’auspicata legislazione europea. La soluzione raccomandata dall’Autore, ove accolta, porrebbe la legislazione italiana in una posizione di primo piano nel panorama legislativo internazionale in materia.

qui l’articolo di Antonio Fici del 26 maggio 2021

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#Under40, i project manager del futuro devono saper maneggiare i dati

Il project manager in una azienda è chi fa accadere le cose, che disegna una bozza, poi la realizza e poi la aggiusta mentre la sta realizzando”. Elisa Pagliarani, 31 anni, è general manager di Glovo Italia, piattaforma di consegna a domicilio multi categoria. E a guardare il suo percorso, si può dire che sia anche project manager della propria vita professionale: un’idea di base e nessuna paura a modificarne in corsa la realizzazione.

leggi l’articolo su Il Sole 24 Ore del 25 maggio 2021

 

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La nuova formazione post diploma. Una sfida per enti pubblici e aziende private

di Luigi Bobba, Presidente di Terzjus, e Maurizio Drezzadore

Nati nel 2010 con l’obiettivo di far sorgere una filiera formativa a carattere terziario ispirata al modello delle Fachhochschulen tedesche e delle Scuole Universitarie Professionali svizzere, i percorsi ITS (Istituti Tecnici Superiori) sono stati regolamentati con durata biennale e triennale, con l’obbligo di prevedere almeno il 30% delle ore in stage aziendale e almeno il 50% delle ore assegnate a docenti provenienti dal mondo del lavoro. È stata questa la risposta del sistema di istruzione, fortemente voluta da Confindustria, alla fase di straordinari mutamenti tecnologici che stanno modificando strutturalmente il sistema socioeconomico italiano.

Con un alto tasso di occupazione – attorno all’80% – con capacità di cogliere le tendenze al cambiamento dei processi economici e con una significativa flessibilità, i percorsi di ITS hanno conosciuto una forte legittimazione ed un esteso riconoscimento. Ben presto tuttavia si è dovuto cominciare a fare i conti con alcuni limiti strutturali. In primis, il modesto numero di giovani coinvolti nell’offerta formativa, risultanti 13.381 nel maggio del 2019 (ultimo rapporto disponibile del  Miur); dato che evidenzia  ben tre criticità: la scarsità di risorse impiegate, la complessità del sistema organizzativo (strutturato in fondazioni con non pochi problemi di patrimonializzazione, di governance ed elevati costi di gestione) e l’irrisolta competitività con la laurea breve, titolo che mantiene una forte attrattività vista l’analoga durata dei percorsi formativi. Ulteriore criticità riguarda i percorsi finanziati che nel 2019 sono stati 139, incardinati in 73 fondazioni, ciascuna con un proprio consiglio d’amministrazione. Visto che non si arriva mediamente a due percorsi per fondazione, si tratta di una macchina con tanti piloti (quante sono le componenti di gestione previste dalla legge: Università, Istituti superiori, Centri di formazione professionali, imprese), con tanti costi, ma con ben poca benzina per correre. Va altresì ridimensionato il dato circa il successo nell’inserimento lavorativo, poiché oltre il 60% dei contratti di lavoro stipulati al termine dei percorsi è costituito da tempi determinati o da lavoro autonomo in regime agevolato.

Nonostante la spinta esercitata dagli Enti di Formazione Professionale per consentire l’accesso agli ITS dei propri iscritti, solo il 9% proviene dal sistema della IeFP, ovvero di giovani che hanno conseguito il diploma quadriennale, più il quinto anno.  Né sembra facile immaginare che venga accolta la proposta degli stessi Enti di Formazione Professionale, rivolta a consentire l’accesso agli ITS con il semplice diploma professionale quadriennale, visto che gli ITS si configurano come formazione terziaria, con ammissione tramite la maturità quinquennale. Si deve ulteriormente aggiungere che gli esiti valutativi sull’intera offerta formativa degli ITS, evidenziano come solo il 53% dei percorsi supera la sufficienza e il 24% viene classificato con una valutazione problematica o critica. Se al proprio nascere questa offerta formativa rappresentava una assoluta novità, oggi ci troviamo di fronte ad una molteplicità di proposte. La vera svolta infatti si è avuta alla fine del 2015, con l’introduzione nel nostro ordinamento del sistema di formazione duale; tale novità ha sottratto agli ITS il primato di essere l’unico percorso di istruzione con apprendimento on the job.

Oggi, disponendo delle risorse del programma Next Generation Eu, dobbiamo scegliere come allocarle e ancor di più come riorganizzare i sistemi formativi. La proposta, che qui sinteticamente viene esposta, mira a qualificare la formazione dei giovani avvicinandoli, sempre di più, a competenze innovative sia nell’ambito digitale sia nelle filiere dello sviluppo sostenibile, ma anche alla presa in carico di una parte della vasta platea dei NEET e al contrasto alla disoccupazione adulta attraverso la riqualificazione delle figure professionali obsolete.

Innanzitutto, va ripristinato un monte ore adeguato di apprendimento in contesto di impresa attraverso l’alternanza scuola-lavoro negli istituti secondari; va inoltre rafforzato, sia per la IeFP che per gli Istituti Tecnici e Professionali, il ricorso all’apprendistato di primo livello.  Per l’apprendistato formativo, nella versione del PNRR di fine febbraio, venivano stanziate risorse per 600 milioni con un sostanziale raddoppio del numero dei giovani coinvolti nei percorsi duali e l’avvio di ulteriori 11.000 contratti di apprendistato formativo.

Relativamente agli ITS ed IFTS, sempre nel PNRR, vengono allocati circa 1,5 miliardi con i quali si possono sia aumentare consistentemente i percorsi ITS sia allargare gli interventi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, completando così la verticalizzazione della filiera della IeFP con il quinto anno e offrendo nuove opportunità di inserimento lavorativo ai NEET. In entrambi i casi è utile ricorrere all’apprendistato formativo.

Infine, relativamente agli interventi di reskilling, con la legge 34 del 2020 è stato creato il Fondo nuove competenze con una dotazione di 730 milioni, che potranno essere ulteriormente aumentati di 1 miliardo per effetto del PNRR. Si tratta di interventi di riqualificazione di lavoratori occupati a sostegno dei processi di innovazione delle aziende in uscita dalla crisi pandemica. La misura finanzia all’impresa, attraverso un programma dell’ANPAL, il costo del lavoratore per l’intero monte ore di formazione.

La presa in carico da parte del PNRR di queste proposte rappresenterebbe non solo un efficace intervento a sostegno della ripresa, ma significherebbe anche dare un nuovo e più efficiente assetto all’insieme dei sistemi formativi, superando gli storici ritardi di cui soffre il nostro Paese e avviando la costruzione di solidi processi di integrazione tra le politiche attive del lavoro, i servizi di collocamento e gli interventi di formazione.

dal sito FoAL, Fondazione Antonio Lombardi, 20 Maggio 2021

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Coinvolgere, a partire dal Terzo settore. Come si vince la partita Pnrr

Non ce n’è, le partite si vincono a centrocampo, come sanno gli allenatori decorati e in fondo tutti gli appassionati del pallone. Vale quasi sempre nel calcio, spesso in politica. La partita ‘epocale’ del Pnrr, una finale Champions per il nostro Paese, non dovrebbe fare eccezione. E la mediana sta nella pancia e nelle aspettative dei cittadini, più che nella testa di chi programma e decide. Si è talvolta accostato l’occasione rappresentata dal Next Generation Eu all’energia potenziale del Piano Marshall. Dote e intenti, in effetti, si assomigliano.

di Marco Girardo su Avvenire di giovedì 13 maggio 2021

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La responsabilità politica del Terzo settore

Alla fine dello scorso anno, il vice presidente della Corte Costituzionale ed ex premier, Giuliano Amato aveva lanciato il tema in un saggio sulla rivista della Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione “Auxilum” , in breve, lo aveva riproposto su 7 il settimanale del Corriere della sera in un dialogo con Dario Di Vico. E poi la discussione, sul ruolo del Terzo settore in politica, era andata in onda in un webinar promosso da Vita e Corriere della sera con Elena Ostanel, Consigliera regionale del movimento civico Il Veneto che vogliamo, Angelo Moretti, presidente della Rete di Economia civile “Consorzio Sale della Terra”, Luigi Bobba, presidente di Terzjus, Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva e Claudia Fiaschi portavoce del Forum del Terzo settore (lo trovate qui).

Ora il presidente Amato lo rilancia con l’editoriale del numero di maggio della nostra rivista che qui vi riproponiamo. (leggi l’articolo di Giuliano Amato su Vita.it dell’11 maggio 2021)

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I giovani non sono pigri o choosy, sono semplicemente stanchi di lavorare per essere sfrtuttati

Nel 2015, il Corriere della Sera raccontava che l’80% dei giovani reclutati per lavorare all’Expo di Milano avrebbe rifiutato un contratto semestrale a causa dei “Turni troppo scomodi”. Nel 2017 è invece diventata virale la vicenda di Angelo Pattini, imprenditore milanese che ha trascorso mesi alla ricerca di pasticcieri e panettieri disposti a rinunciare al sussidio di disoccupazione in favore di una paga regolare tra i 1200 e i 1400 euro netti al mese: stando a quanto riportato da Repubblica, riuscire ad assumere cinque dipendenti sembrava un’impresa impossibile. Nessuna candidatura aveva ricevuto lo stesso anno anche un’azienda veneta in cerca di 70 persone tra ingegneri e operai, nonostante i “contratti di tutto rispetto“.

leggi l’articolo di The Vision del 4 maggio 2021

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Parte il secondo ciclo dei Quickinar di Terzjus – dal 18 maggio al 4 giugno alle ore 17

I Quickinar di Terzjus, buona la prima: 700 i partecipanti.  Dal 18 maggio, il secondo ciclo di incontri “Le misure promozionali per gli ETS”, con i docenti  e gli esperti Sepio, Mumolo, Tassani, Barbari, Giani e Melli.

Parte il secondo ciclo dei Quickinarla formazione “agile” che attraverso sessioni di 60/75 minuti, affronta le tematiche più controverse legate direttamente o indirettamente alla Riforma del Terzo Settore, dopo aver registrato 700 partecipanti ai primi 8 appuntamenti svoltisi a marzo e circa 7000 visualizzazioni nei video registrati su Youtube.

Ideati da Terzjus, in collaborazione con il Forum del Terzo Settore e CSVnet, con il coinvolgimento di Cantiere del Terzo Settore, i Quickinar, in questa seconda sessione, affronteranno le misure promozionali – finanziarie e fiscali – con cui ogni giorno si confrontano gli Enti del Terzo Settore (ETS) e le reti associative.

“La grande partecipazione al primo ciclo di appuntamenti – dichiara Luigi Bobba, Presidente di Terzjus – ha confermato l’importanza di investire nella formazione come strumento utile per affrontare le dinamiche quotidiane per gli ETS e, allo stesso tempo, dell’attualità di una modalità di apprendimento semplice, veloce che si basi su casi pratici. Una delle sfide principali dell’Osservatorio giuridico del Terzo Settore, è proprio quella di rendere la normativa e i meccanismi burocratici  conseguenti a misura degli addetti ai lavori o di chi comunque si confronta con il Codice del Terzo Settore. ”.

“In particolar modo in questo secondo ciclo – gli fa eco Gabriele Sepio, Segretario generale di Terzjus – ci soffermeremo sulle erogazioni liberali, sull’accesso ai sostegni e ai ristori previsti nella legislazione emergenziale, sulle agevolazioni in tema di imposte indirette e tributi locali, sul superbonus 110% per Onlus ed ETS e sugli strumenti di finanza sociale previsti dal Codice del Terzo Settore, grazie a docenti ed esperti di eccezione, quali  Maurizio Mumolo, Direttore Forum Nazionale Terzo Settore, Thomas Tassani, Professore ordinario di Diritto Tributario dell’Università di Bologna, Luca Barbari e  Francesca Giani, rispettivamente avvocato esperto del settore e architetto, Niccolò Melli, esperto di finanza sociale. Anche per questo secondo ciclo, la formazione sarà principalmente  rivolta ai dirigenti, ai funzionari ed agli esperti che operano con le diverse tipologie di Enti del Terzo Settore (ETS) nonché con le loro Reti associative di rappresentanza ed i CSV, ma tutti potranno partecipare.

I Quickinar ricominceranno il 18 maggio p.v. alle ore 17.00, fino al 4 giugno,  con cinque appuntamenti consecutivi, in diretta streaming sul canale youtube di Terzjus.

LE MISURE PROMOZIONALI PER GLI ETS

Programma: 

1. LE EROGAZIONI LIBERALI IN FAVORE DEGLI ETS 
(erogazioni in denaro o in natura previste dal CTS, la donazione dei beni da parte delle imprese nella legge “antisprechi”, erogazioni liberali e agevolazioni introdotte dai decreti emergenziali, il nuovo 5 per 1000) – 18 maggio h. 17.00
Relatore: Avv. Gabriele SEPIO – Segretario Generale Terzjus

2. I FONDI DELL’ART.72 DEL CTS, I SOSTEGNI ED I RISTORI NELLA LEGISLAZIONE EMERGENZIALE – 21 maggio h. 17.00
Relatore: Maurizio MUMOLO – Direttore Forum Nazionale Terzo Settore

3. LE AGEVOLAZIONI IN TEMA DI IMPOSTE INDIRETTE E TRIBUTI LOCALI, LA FISCALITA’ IMMOBILIARE PER ODV E APS E  IL SOCIAL BONUS – 25 maggio h. 17.00
Relatore: Prof. Thomas TASSANI – ordinario di Diritto Tributario Università di Bologna

4. ONLUS, ETS E SUPERBONUS 110% – 28 maggio h. 17.00
Relatori: Avv. Luca BARBARI – Arch. Francesca GIANI

5. I NUOVI STRUMENTI DI FINANZA SOCIALE PREVISTI DAL CODICE DEL TERZO SETTORE
(Titoli di solidarietà e social lending) – 04 giugno h. 17.00
Relatore: Prof. Nicolò MELLI

Programma TERZJIUS_QUICKINAR_maggio_giugno_2021

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Attività commerciali del Terzo settore, Orlando firma il decreto

Via libera dal ministro del Lavoro alla disciplina delle cosiddette attività “diverse” per la cui piena operatività si attende ora la firma del Ministro delle Finanze e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Quali sono, dunque, i criteri per lo svolgimento delle attività diverse e, in particolare, quali i limiti alle entrate derivanti da queste ultime? Le risposte in questo focus.

leggi l’articolo di Gabriele Sepio su Vita.it del 3 maggio 2021

 

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