Al termine, aperitivo di solidarietà: le offerte raccolte e il ricavato dalla vendita del libro saranno interamente devoluti a sostegno della scuola professionale “Estrela do mar” di Inhassoro in Mozambico.
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La Estrela do Mar cuore pulsante del Mozambico
[articolo pubblicato su Corriere Eusebiano del 15 aprile 2023, pag.12]
Alla metà di febbraio è cominciato l’anno scolastico 2023 ad Inhassoro in Mozambico, dove sono attive sia la Estrela do Mar – Istituto Tecnico industriale nato nel 2014 per iniziativa delle Acli sia il Liceo S.Eusebio, avviato nel 2020. Entrambe le istituzioni scolastiche sono sotto la responsabilità di Padre Geremia, il parroco di Inhassoro che ha preso il testimone nel 2020 dai nostri missionari vercellesi don Pio Bono e Caterina Fassio. Poche settimane dopo l’avvio delle lezioni, il Distretto di Inhassoro è stato investito da violenti piogge. Fortunatamente, si sono registrati solo alcuni danni di modesta entità alle strutture del Centro giovanile della Parrocchia e in alcune aree esterne alla scuola stessa. Ora l’attività formativa procede a pieno ritmo ed è possibile fare un sintetico bilancio dell’anno scolastico 2022 e indicare le prospettive per il 2023.
L’Istituto Tecnico Industriale è stato frequentato nel 2022 da 360 studenti, di cui 114 donne distribuiti nei tre corsi di qualifica: 76 in Contabilità;134 in meccanica industriale e 150 in Elettricità industriale. L’Istituto si avvale di 25 formatori sotto la guida del direttore pedagogico Celso Guissemo. Nello scorso mese di settembre, l’Istituto ha partecipato alla “Settimana dell’Istruzione tecnica” mettendo in evidenza le proprie potenzialità formative e produttive di fronte alle aziende invitate alla sessione inaugurale. Questa settimana è stata anche l’occasione per confermare o avviare nuovi partnerariati con le aziende che poi ospiteranno i tirocinanti dell’Istituto per un periodo di stage formativo e di lavoro. Sono 13 le aziende che accolgono gli studenti della Estrela do Mar. L’Istituto poi svolge altresì gli esami di ammissione dei propri studenti che vogliono iscriversi all’Istituto Politecnico Superiore di Songo , dove si tengono corsi universitari di Ingegneria. Una opportunità per gli studenti della Estrela do Mar di proseguire, dopo il diploma tecnico, gli studi universitari. Grazie al sostegno della Ong “Giving Genie”, sono state attribuite 17 borse di studio agli studenti più svantaggiati, onde consentire loro di mantenersi agli studi.
Ma il progetto più impegnativo realizzato dall’Istituto a favore degli studenti del Liceo S. Eusebio riguarda la possibilità di poter accedere ad una formazione professionale di base aggiuntiva alla formazione scolastica dei primi tre anni della scuola secondaria. Grazie alle risorse erogate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli e a quelle delle Acli di Vercelli e nazionali, sono stati realizzati nella seconda parte del 2022, tre corsi di formazione professionale di breve durata nei settori dell’Elettricità, della Riparazione di piccoli elettrodomestici e di Taglio e cucito. Complessivamente hanno partecipato 71 studenti di cui 21 donne, suddivisi nei tre diversi corsi. Una scelta che è stata molto apprezzata dalle famiglie e dalla comunità di Inhassoro e che sarà ripetuta anche nel corso del 2023. Le adesioni ai corsi – quest’anno ci sarà anche quello di tecniche di base di saldatura – sono ormai più di 200 e non sarà facile poter soddisfare la domanda che proviene dai ragazzi del Liceo S.Eusebio. Questa giovane istituzione scolastica – sempre insediata nelle strutture della Estrela do Mar – ha visto nel 2022 una presenza di 705 studenti divisi in 17 classi. Per il 2023 la domanda è cresciuta fino ad arrivare – per i primi tre anni di scuola secondaria – a 971 studenti divisi in 22 classi su due turni: mattutino e pomeridiano. Una crescita impetuosa che rivela la prorompente domanda di istruzione dei giovani del Distretto di Inhassoro e l’attrattività del complesso scolastico della Estrela do Mar.
Anche per l’Istituto tecnico si registra per il 2023 un incremento di 125 matricole che porta gli studenti nei tre corsi di qualificazione a quasi 400. Il direttore, Celso Guissemo è impegnato a mantenere in buono stato le qualificate attrezzature tecniche presenti nei diversi laboratori, fornire assistenza per i corsi di formazione professionale di breve durata, cercare finanziamenti per nuovi progetti e preparare l’Istituto ad utilizzare le energie rinnovabili. Nel frattempo, la Estrela do Mar potrà avvalersi di laboratori attrezzati per la saldatura che l’azienda “Sasol” ha lasciato in dono alla Estrela do Mar in forza di un accordo sottoscritto ancora con don Pio Bono nel 2019. Sfide impegnative che le Acli di Vercelli, attraverso Ipsia Odv Vercelli e le Acli nazionali vogliono continuare a supportare in quanto credono alla leva strategica della formazione come volano dello sviluppo di quel territorio e occasione di qualificazione dei giovani del Distretto di Inhassoro.
Luigi Bobba
Odontoiatria ed igiene dentale solidale: realtà e prospettive
ODONTOIATRIA SOLIDALE
31 marzo 2023
Aula Magna Ospedale Sant’Andrea, Vercelli
15.00 Registrazione
Moderatrice: Fulvia Milano, Direttrice Sanitaria ASL VC
15.15 Saluti autorità
Eva Colombo, Direttrice Generale ASL VC
Chiara Caucino, Assessore Regionale alla Famiglia, Regione Piemonte
Monsignor Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli
Virginio Bobba, Presidente Regionale ANDI
Aldo Casalini, Presidente Fondazione CRV
Luigi Bobba, Presidente Fondazione Terzjus
16.00 La nuova Legge sulla Odontoiatria Solidale in Piemonte
Alessandro Stecco, Presidente IV Commissione Sanità Regione Piemonte
16.30 Attività di solidarietà in Piemonte
Don Bruno Capuano, Direttore Pastorale della Salute
17.00 I diritti normativi del malato odontoiatrico e il possibile contributo dal mondo del terzo settore
Enrico Montefiori, Consulente giuridico-amministrativo
17.20 Aspetti odontoiatrici nei soggetti in condizione di vulnerabilità sociale
Vincenzo Rocchetti, Direttore S.C.D.U Odontostomatologia ASL VC
17.40 Il ruolo dell’igienista dentale nella nuova legge Regionale: prevenzione ospedaliera e nelle scuole
Andrea Melle, Igienista dentale e tutor clinico S.C.D.U Odontostomatologia ASL VC
18.00 Il malato odontoiatrico diversamente abile
Sen. Antonio Guidi, Neurologo, già Ministro per la famiglia e la solidarietà sociale
18.30 Tavola Rotonda (Question Time)
Eva Colombo, Alessandro Stecco, Enrico Montefiori, Virginio Bobba, Alberto Libero, Vincenzo Rocchetti, Antonio Guidi
19.00 Questionario ECM
Chiusura lavori
So.M.S e Pro Loco di Cigliano in aiuto ai terremotati della Siria e della Turchia
Raccolti più di 800 euro durante le iniziative del Carnevale e della cena sociale della So.M.S. del 25 marzo
So.M.S e Pro Loco di Cigliano, durante le iniziative legate al Carnevale e alle proprie attività sociali e culturali, non hanno voluto dimenticare il dramma del terremoto che ha colpito il popolo turco e quello siriano.
Per questo, durante le iniziative promosse in occasione del Carnevale e durante la tradizionale cena sociale della So.M.S, è stato chiesto ai partecipanti di dare un proprio contributo a favore di persone e famiglie che hanno perso tutto e versano in condizioni di grave bisogno.
Sono stati così raccolti più di 800 euro che saranno versati al Sermig Arsenale della Pace di Torino che ha lanciato un raccolta di aiuti economici, che sono lo strumento piu’ efficace per gestire i primi interventi. I fondi raccolti serviranno a sostenere la rete di aiuti gestita dal Vicariato dell’Anatolia nella persona del Vescovo Paolo Bizzetti, con sede nella città di Iskenderun, l’antica Alessandretta.
Sul fronte siriano invece, i fondi arriveranno alla realtà della Custodia della Terra Santa che opera ad Aleppo, città gia duramente colpita dalla guerra e che ora si trova a fare i conti con questa nuova ondata di distruzione.
I presidenti della So.M.S, Luigi Bobba, e della Pro Loco, Enzo Autino, ringraziano tutti coloro che hanno voluto aderire a questa iniziativa di solidarietà.
Dopo un terribile anno di guerra. Politica smetti di suicidarti
di
Un anno intero è passato, anzi è finito, anzi è stato finito, letteralmente fatto a pezzi nelle terre orientali d’Europa. Un anno intero di tradimenti, di guerra e di propagande di guerra. Quella russa di Vladimir Putin, innanzitutto, ma non di meno quella d’Occidente. E non si può tacerlo, perché è vero che chi aggredisce ha sempre torto, terribilmente più torto di tutti, ma è altrettanto vero che chi doveva custodire l’aggredito, e non l’ha fatto, non ha ragione.
È ciò che succede quando la politica si suicida e cede il passo alla guerra, che della politica – checché ne dica qualche gran generale del passato e più di un Solone del nostro presente – non è la continuazione, ma l’abdicazione. La guerra è radicale e assassina rinuncia alla politica. E, sì, della politica è il suicidio. Soprattutto oggi, soprattutto nel nostro complicato eppure ancora benedetto pezzo di mondo – temperato, bianco, nordico, istruito, supertecnologico, ma con sempre meno croci e meno lumi. Sì, la guerra è suicidio della politica soprattutto qui, in questo vecchio continente che amiamo e chiamiamo Europa, dove per decenni abbiamo tenuto in piedi e alimentato il più grande e pacifico laboratorio di integrazione delle differenze (e delle storiche inimicizie) e ci siamo illusi, e detti, e ripetuti di aver tutto capito e tutto sistemato, sposando il mercato e lo stato sociale, restando separati ma facendo crescere la sensazione (e la pratica) dell’assenza tra noi (solo tra noi, e tra noi e altri “ricchi”) di confini. E invece eccoci a ballare come mai prima sull’orlo dell’abisso della guerra totale, per una storia di confini armati, etnico-identitari ed esclusivi, tra crudeltà primonovecentesche, incubi digitali e atroci spettri nucleari. E rieccoci, volenti o nolenti, noi europei, tutti iscritti al club degli omicidi-suicidi bellici. Senza scuse, perché non possiamo fingere di non sapere che siamo nell’era in cui le guerre le vincono – almeno per un po’, e col rischio non solo teorico di finire in massa nell’inferno atomico – solo quelli che le tengono ben lontane da casa, le armano guadagnandoci in soldi e dominio e, soprattutto, le fanno con i petti degli altri.
Altri che stavolta sono soprattutto gli ucraini, i più assassinati di tutti e da tutti. Da chi li bersaglia con ferocia da Oriente, ma anche da quelli e quelle (che delusione le troppe donne della politica suicida d’Europa…) che continuano a spiegare che loro, gli ucraini, gente soda e di contadina saggezza, questa guerra la vogliono.
Disperatamente la vogliono. Con tutte le forze la vogliono. E la vogliono fare sino in fondo. E tutti comprendiamo la rabbia e l’orgoglio che animano la resistenza in armi di tanta gente d’Ucraina, ma troppo pochi tra noi – e specialmente tra chi ha potere e dovere – vedono e aiutano a comprendere che il “fino in fondo”, non è il trionfo che non ci sarà per nessuno, né per l’aggressore né per l’aggredito, ma è la vita perduta. La vita di centinaia e centinaia di ucraini, soprattutto giovani, inceneriti ogni giorno, senza tregua, nella fornace atroce dello scontro, che da un anno è veemente e tremendo e per altri otto anni è stato orribile e sordo.
Sì, si sta suicidando l’Europa comunitaria, ridotta a terreno e retrovia di battaglie che non doveva far ingaggiare, a selettivo campo profughi (bianchi e scuri di pelle non sono uguali), a supermarket di armamenti di vecchia e nuova fattura e addirittura, persino con le migliori intenzioni, a sterile e disciplinato battutificio guerrafondaio.
Sì, si sta suicidando la Russia di un non più nuovo ma più arrogante e spietato “zar” che vuol mettere nel cuore di un nuovo ordine globale il suo Russkij Mir, il mondo russo, e che torna ad arruolare i Patriarchi, che imbavaglia e soffoca ogni opposizione anche se non riesce a spezzarne del tutto la voce, che manda al macello e trasforma in macellai i figli più poveri del suo stesso multinazionale popolo e che impedisce persino di vedere ciò che la guerra che ha iniziato di nuovo, e di cui è indubitabilmente primo responsabile, fa anche alla sua gente.
Ne usciremo ancora vivi, se sapremo fermarli e se sapremo fermarci, fermando il massacro. Ne usciremo con l’umiltà di riconoscere la sconfitta che è la guerra. E con l’umiltà di ammettere che le armi non salvano, ma ammazzano e distruggono. Ne usciremo con l’umiltà di chinarci sulle ferite e sui sentimenti delle vittime, tutte, quale che sia la bandiera sotto alla quale vengono schierate a battaglia o trasformate in bersaglio. Ne usciremo se smetteremo di uccidere i morti, secondo il canto straziato di Ungaretti nel cuore crocifisso del Novecento. E smetteremo di ucciderli, i morti, se cominceremo a costruire la pace già rinunciando a esibirli per giustificare ogni azione e ogni maledizione che portano ad accumulare più morti ancora. L’antidoto alla guerra è la politica. Sembra che oggi lo sappiano ricordare e tentare soprattutto gli uomini di Dio, come papa Francesco e il cardinale Zuppi, e quelli senza reggimenti, come il segretario generale dell’Onu Guterres, e quelli senza “blocco”, come il presidente del Brasile Lula. Europa, che cosa farai davvero per la pace, per te stessa e non solo per te stessa?
Arturo Parisi: “Due ex Dc stanno riportando il Pd alla Livorno del 1921”
L’intervista di Eleonora Capelli a uno dei padri dell’Ulivo: “Questa costituente è un gran pasticcio, ma non posso disinteressarmene”, La Repubblica del 21 dicembre 2022
“Stanno riportando il Pd nella casa le cui fondamenta sono state messe a Livorno nel 1921, questa costituente è un gran pasticcio. Ma il partito è come un figlio: anche se tentato, non posso abbandonarlo alla sua sorte”. Arturo Parisiè davvero uno dei padri dell’Ulivo e del Pd. Prodiano, classe 1940, in gioventù dirigente di Azione Cattolica, è stato professore di sociologia, ha diretto il Cattaneo e fatto parte del Mulino. È stato in parlamento per 4 legislature e ha avuto il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con il premier Romano Prodi. Oggi non può restare indifferente di fronte al disagio espresso dagli ex Popolari come Pierluigi Castagnetti, che minacciano di lasciare il partito. E così interviene nel dibattito sulla crisi del centrosinistra che prosegue sulle pagine di Repubblica e sul nostro sito.
Parisi, come giudica l’attuale fase costituente del Pd, soprattutto in merito al fatto di rimettere in questione i valori di fondo, anche dopo le parole di Castagnetti sul disagio in cui si può trovare una parte dei fondatori?
“Già parlare di “costituente” per un partito che risulterebbe “costituito” oramai da quindici anni definisce il problema che l’iniziativa perseguita da Letta ha aperto al Pd. Valori di fondo, manifesto, sono infatti parole che trovano il loro senso, o invece non ne hanno alcuno, se si ricorda che il cosiddetto Congresso in corso non è il Congresso del Pd ma occasione per la fondazione di un nuovo partito. Un partito figlio dell’unione del vecchio Pd e di Articolo Uno, il partito politico costituito cinque anni fa da D’Alema e Bersani e che ha come segretario Speranza. Un nuovo partito figlio del ritrovamento, uso le parole che sento usare, di una “comunità” che allora si era divisa nei due diversi e, per qualche tempo, contrapposti partiti e che ora si ricongiunge. Detto questo, aggiungo che l’iniziativa di Letta è stata non solo approvata con atti formali dagli organi del Pd, ma acclamata all’unanimità come è uso consolidato del partito. E per ognuna di queste proposizioni aggiungo: purtroppo”.
Quindi secondo lei questo nuovo partito che sta nascendo in qualche modo si allontana dagli assunti originari del Pd?
“Fondato com’è sul ritrovarsi della “comunità” di quella sinistra che si sente originata a Livorno dalla secessione comunista dal Partito Socialista, il nuovo partito è l’antico partito che certo si apre a nuovi apporti come è capitato altre volte nella storia del comunismo italiano. Ma sulla porta della casa, al di là della targhetta, torna a leggersi un nome figlio di una storia con non poche pagine gloriose, ma una storia che la fondazione del Pd intendeva superare per aprire una storia nuova. Una storia nuova figlia di un nuovo inizio, non la continuazione di una passata, né la semplice somma di storie tra loro non solo diverse ma orgogliosamente contrapposte”.
Quindi per il Pd il tentativo di unire le due culture per una sintesi originale è fallito, secondo lei?
“Fallito? Chi avrebbe mai scommesso un centesimo sul fatto che a promuovere un nuovo partito nel quale potesse ritrovarsi la “comunità” della antica sinistra sarebbero stati due democristiani come Letta e Franceschini, con l’apporto, almeno ma non solo a Bologna, di un democristiano orgoglioso come Casini? Certo una cosa è comporre gli organigrammi sommando le componenti. Tutta un’altra sommare le cosiddette culture. Ed è soprattutto un’altra farlo tra la gente, combinandole e aprendole agli apporti crescenti che non hanno mai avuto niente a che fare con nessuna delle due componenti. Se il Pd è fallito, aggrappato all’ottimismo della volontà aggiungo, finora, è stato proprio perché a chi immaginava un partito figlio di una sola storia, si sono affiancati quelli che hanno pensato di risolvere il problema raccontandolo come figlio della somma di due componenti figlie di storie diverse. Messo così, invece di migliorare, il problema si è aggravato. Non è aggiungendo sui muri delle vecchie sezioni tra le gallerie dei ritratti il volto dolente di Moro che si risolve il problema. E neppure evocando Zaccagnini tra i giusti assieme a Berlinguer si garantisce la giustezza del partito”.
Vuol dire che tre democristiani stanno riportando la sinistra a Livorno, cioè al 1921 quando è nato il partito comunista?
“Lasciamo da parte il mitico Casini che si è solo accodato alla fine. E diciamo meglio: stanno riportando il Pd nella casa le cui fondamenta sono state messe a Livorno. Non è peraltro una idea originale”.
Cosa pensa del comitato degli 87 o forse degli 85, visti i primi addii?
“Quello che ho detto. Mi sembra un gran pasticcio. A meno che lo si riconosca come il “comitato costituente” di un nuovo partito, chiamato come minimo a correggere una partenza sbagliata, e per questo motivo guidato come “garanti” alla pari da Letta e Speranza, segretari dei due partiti promotori. Non è un caso che Zanda abbia giustificato le sue dimissioni proprio col fatto di “non aver condiviso la scelta di chiamare costituente quella commissione di lavoro in cui era stato inserito”.
Lei a questo punto non si sente più rappresentato dal partito?
“Io penso che i partiti, nella misura in cui sono democratici, non sono nostri padri, ma nostri figli. Soprattutto chi ha la responsabilità di aver contribuito a metterli al mondo, anche se tentato dall’abbandonarli ad un destino che sembra fatale, non può disinteressarsi della loro sorte”.
Auguri di buon Natale e felice anno 2023
Quando si scrive un messaggio di augurio, non è facile trovare parole che non siano retoriche o di circostanza. Ma ugualmente voglio raggiungervi con un breve pensiero augurale. Perché il Natale – segno di una nuova nascita -, ci ricorda che nella vita niente è dovuto e tutto è donato. Un caro augurio anche per l’arrivo ormai imminente nel nuovo Anno, nella speranza di poter “ricominciare” insieme.
Luigi Bobba
Luigi Bobba su «Avvenire», Mozambico, lavoro e formazione: la lezione di Inhassoro
L’idea di avviare una scuola professionale era stata di un missionario italiano, don Pio Bono, “fidei donum” della diocesi di Vercelli, con alle spalle già 30 anni di presenza in Kenia e che dal 2000 si era insediato in una parrocchia lasciata dai missionari della Consolata a causa della sanguinosa guerra civile, conclusasi poi con gli accordi di pace firmati a Roma alla Comunità di S. Egidio.
Don Pio mi interpellò – ero allora presidente delle Acli – per chiedere un aiuto nel costruire una scuola professionale. Conosceva infatti l’esperienza italiana dell’ENAIP – l’ente di formazione professionale promosso dalle Acli – e riteneva necessario offrire una possibilità di formazione al lavoro per tanti giovani del posto che non avevano altra alternativa che emigrare in Sudafrica per lavorare in miniera o dedicarsi alla pesca o ad una povera agricoltura di sussistenza. Fu l’occasione per celebrare in modo non retorico i 50 anni di fondazione dell’ENAIP, che ricorrevano proprio nel 2002. Grazie al contributo dell’8 per mille della Chiesa cattolica e al sostegno dei soci delle Acli (dedicammo 0.50 euro del costo di ogni tessera a questo progetto), in meno di due anni i primi edifici della scuola furono pronti, insieme ai laboratori di sartoria e di falegnameria. Così, con l’anno scolastico 2014 partirono i primi due corsi con circa 125 studenti. Poi, poco per volta la scuola è cresciuta. Sono stati attrezzati altri due laboratori di elettricità e di meccanica e installata un’aula computer, allora l’unica in tutto il distretto di Inhassoro. Grazie a questi nuovi laboratori, i corsi professionali diventarono quattro e gli allievi circa 400. Le competenze, che le ragazze e i ragazzi stavano acquisendo, erano essenziali per lo svolgimento dei mestieri di base in una comunità interessata da un primo sviluppo economico locale. Poi nel 2009, l’incontro con una Ong italiana, il Celim, che disponendo di un finanziamento della Cooperazione del Governo italiano, decise di inserirsi nella struttura della Estrela do mar, costruendo un moderno laboratorio di cucina. Partì così anche un quinto corso di Hotellerie e turismo, nonché un sesto corso di contabilità. Il Celim realizzò, sempre ad Inhassoro – proprio in riva all’Oceano Indiano –, anche un piccolo ma grazioso resort – Hotel Estrela do mar– diventato poi la struttura dove gli studenti potevano svolgere dei tirocini professionali. Dunque la scuola si andava affermando come una piccola ma qualificata leva di sviluppo locale, oltreché come struttura formativa sempre più apprezzata non solo nel distretto di Inhassoro ma anche in tutta la Provincia di Inhambane. Gli studenti erano ormai più di 600 e nel 2011 la Estrela do marottenne il riconoscimento come seconda miglior scuola professionale del Mozambico. Quello che sembrava un sogno, pur tra mille difficoltà, era diventato una realtà concreta e un’opportunità di buona formazione per tanti giovani mozambicani. Si tratta di una “scuola comunitaria” che opera sotto la responsabilità della Diocesi di Inhambane (a cui le Acli hanno donato l’edificio e i laboratori) ed è regolata ai sensi di un’intesa tra la Chiesa cattolica e il governo Mozambicano. La direzione della scuola è di competenza della Diocesi (il direttore fino al 2019 è stato il missionario don Pio Bono e ora, invece, il nuovo parroco di Inhassoro, p. Geremia dos Santos Moses); il governo assicura il pagamento degli insegnanti, del direttore pedagogico aggiunto e del personale di segreteria. Le Acli, fin dall’inizio, oltre ad aver contribuito alla costruzione di 35 aule e all’allestimento di cinque laboratori, non hanno mai fatto mancare il loro sostegno per la manutenzione e l’aggiornamento dei laboratori, per il pagamento del personale non insegnante e per i costi del materiale di consumo mediante una quota annuale del 5 per mille, con l’opera qualificata di formatori dell’Enaip, con l’appoggio della propria ong Ipsia. Fondamentale è stato (è lo è ancora) il sostegno di Ipsia Vercelli ODV, della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli che da dieci anni eroga un contributo finanziario, dei molti volontari che hanno prestato gratuitamente la loro opera, dei ragazzi in Servizio civile che si sono succeduti dal 2009 ad oggi (salvo per il periodo della pandemia) e dei tanti anche che hanno fatto donazioni. È grazie a loro che il sogno, nonostante le molte difficoltà, non si è infranto e che ora più di 1000 ragazzi e ragazze hanno un’opportunità di formazione secondaria e professionale. Nel frattempo, a partire dal 2015 sono intervenute importanti novità che hanno accresciuto la capacità della scuola di attrarre studenti anche da province limitrofe e ampliato e diversificato l’offerta formativa. Infatti, dal 2015, la scuola professionale è stata riconosciuta come “Istituto tecnico e commerciale” per cui sono stati attivati gli ultimi anni di scuola secondaria per poter conseguire il diploma superiore ed eventualmente accedere all’Università. Attualmente i corsi di studio sono tre: contabilità, elettricità e meccanica industriale per un totale di 360 allievi di cui 136 sono ragazze. Grazie all’intervento della Sasol, un’azienda sudafricana di estrazione del gas, questi corsi sono ospitati in un nuova struttura realizzata dalla stessa azienda. Il sostegno finanziario di diversi Rotary del territorio vercellese ha consentito poi di aprire nuovi laboratori con attrezzature adeguate alla specializzazione industriale che l’Istituto andava assumendo. È stato altresì attivato un nuovo laboratorio di informatica con più di 40 postazioni. Tutto questo consente di preparare figure professionali con le competenze richieste sia da Sasol sia da altre aziende che si sono insediate nella Provincia di Inhambane, tra cui l’italiana Bonatti o la francese Bolloré. Gli studenti, prima di diplomarsi, hanno la possibilità di fare uno stage presso queste o altre aziende e poi, in non pochi casi, di inserirsi al lavoro nella stessa impresa. Altra importante novità: su richiesta del Governo locale, è nato nel 2020 il Liceo S. Eusebio dove si tengono i primi tre anni di scuola secondaria con la presenza di circa 700 studenti. Infine, per iniziativa delle Acli e dell’Enaip, nel 2019 è partita l’impresa sociale Enaip Mozambico che ha sede a Maputo e che opera per la formazione dei formatori e l’assistenza tecnica di 10 scuole professionali nel campo del turismo e dell’agricoltura. In un paese, dove circa la metà della popolazione ha meno di 25 anni, la leva fondamentale per un’uscita dalla povertà e una crescita equilibrata è rappresentata dall’investimento in formazione e buona scuola. È quello che le Acli, insieme a diverse altre realtà con radici italiane (a cominciare dai Salesiani) stanno provando a fare.
[pubblicato in «L’economia Civile» di «Avvenire» di mercoledì 23 novembre 2022]
“Leadership Inclusiva. Valorizzare l’unicità delle persone nelle organzzazioni”, con un contributo di Luigi Bobba a Global Inclusion
“Leadership Inclusiva. Valorizzare l’unicità delle persone nelle organzzazioni” è uscito sabato 26 novembre in abbinamento opzionale con il Sole 24 Ore, ma dal 29 novembre, in occasione dell’evento di Global inclusion, sarà in vendita nelle migliori librerie fisiche e negli store digitali. Il volume include il contributo di 15 persone leader del cambiamentonell’ecosistema italiano: Giulietta Bergamaschi, Maddalena Berlino, Luigi Bobba, Eva Campi, Giampaolo Colletti, Gianluca Cravera, Paolo Iacci, Cristina Mussinelli, Laura Orestano, Rosy Russo, Donatella Sciuto, Gabriele Segre, Claudia Strasserra, Igor Suran, Riccardo Taverna.
“Questa guida promuove una maggiore consapevolezza dei pregiudizi e degli stereotipi che possono influenzare i nostri atteggiamenti nella gestione di una squadra. Oltre la discriminazione potremo così liberare il nostro potenziale e quello del team di cui siamo responsabili agendo comportamenti di quotidianità che contrastano la cultura alfa. Attraverso un’azione di riconoscimento delle differenze e del principio di equità sosteniamo l’innovazione e la crescita delle organizzazioni, trasformando il lavoro in uno spazio di confronto e preservando le basi che fondano il modello democratico di civiltà e convivenza. Le organizzazioni e i sistemi sociali generano infatti valore quando mettono tutte le persone nella condizione di essere sé stesse, promuovendo autenticità, fiducia e partecipazione.” (dalla quarta di copertina)
Apericena solidale per la Escola Estrela do Mar in Mozambico
So.M.S. in collaborazione con Vitatre Ipsia Vercelli ODV e il Circolo ricreativo S. Rocco dei Ronchi
invitano
APERICENA SOLIDALE PER LA ESCOLA ESTRELA DO MAR IN MOZAMBICO
Domenica 4 Dicembre ore 17 – So.M.S., Via R.Bobba 26, Cigliano
In occasione dei 20 anni della posa della prima pietra della Estrela do mar, Scuola professionale fondata dalle Acli e dai missionari ciglianesi don Pio Bono e Caterina Fassio a Inhassoro in Mozambico, la So.M.S di Cigliano in collaborazione con Ipsia Acli di Vercelli, Vita tre e Circolo ricreativo S. Rocco dei Ronchi promuovono un Apericena solidale al fine di sostenere le attività della scuola Estrela do Mar, dove oggi studiano e imparano un mestiere più di 1.000 ragazzi e ragazze mozambicani. Durante la serata Luigi Bobba e don Pio Bono ricorderanno le tappe di costruzione e sviluppo della Estrela do Mar e presenteranno le attività che sono oggi in corso, nonché gli interventi necessari per sostenere un’opera volta a dare una buona formazione e a facilitare l’inserimento al lavoro dei giovani.
L’offerta base per partecipare all’Apericena è di 20 euro.
Il menù consiste in alcuni antipasti (salumi locali, pizzette, vitello tonnato), una panissa con i fagioli della pignatta e un dolce a sorpresa. Sarà offerto a tutti i partecipanti un piccolo ricordo della serata in vista delle festività natalizie. Si potranno anche acquistare prodotti di sartoria realizzati dalle ragazze che frequentano la Estrela do Mar.
La serata sarà allietata dall’originale e brillante gruppo “Medicazioni musicali”, nato per iniziativa del Dr. Roberto Perinotti che, insieme ad altri colleghi medici e musicisti della Asl Biella, ci proporranno un repertorio “trasversale” per età e genere dei brani, per gusto e colori armonici e stravagante per la rilettura di alcuni pezzi molto noti. Del gruppo fanno parte, oltre a Perinotti, anche Gianluca Averono, Roberto Beccati, Giovanni di Cintio, Francesco Cossano e per il 4 dicembre vedrà la partecipazione straordinaria di Luciano Pellielo alle percussioni.
Per coloro che desiderassero sostenere ulteriormente la Estrela do mar, in particolare per lo sviluppo e la manutenzione dei laboratori, è possibile fare una erogazione liberale il cui importo sarà deducibile dalla propria dichiarazione dei redditi per il 35% facendo un bonifico indirizzato a:
IPSIA Vercelli ODV
IBAN IT44Y0608510000000057788875
Causale: erogazione liberale per sostegno alla Estrela do Mar
L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Necessaria la prenotazione telefonando o inviando un messaggio Whatsapp al 3349944965 entro il 1 dicembre 2022