Servizio Civile, volontari nelle scuole di Inhassoro

Quattro posti disponibili nella missione della diocesi di Vercelli

Servizio Civile: Ipsia/Acli mettono a disposizione 4 posti a Inhassoro, in Mozambico. I giovani opereranno nelle scuole fondate durante la missione dell’arcidiocesi di Vercelli.

Anche a 8.000 chilometri di distanza i ragazzi tra i 18 e i 28 anni possono mettersi al servizio del prossimo. Nella cittadina affacciata sull’Oceano indiano succede da un decennio, e così sarà ancora nella stagione 2020-2021 quando i posti raddoppieranno.

leggi l’articolo su La Sesia del 30 dicembre 2020

Luigi BobbaServizio Civile, volontari nelle scuole di Inhassoro
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L’atto finale del divorzio all’inglese

E così sia. Dopo quattro anni di tensioni, a cui si è aggiunto l’effetto devastante di Covid-19, la Gran Bretagna esce dal mercato interno europeo e dall’unione doganale sulla base di un accordo di libero scambio con l’UE. E’ un accordo quadro – “Canada style” la definizione di Boris Johnson – che tutela con zero quote e zero tariffe un interscambio di beni pari a circa 700 miliardi di sterline all’anno.

leggi l’articolo di Aspeniaonline.it

Luigi BobbaL’atto finale del divorzio all’inglese
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Auguri di buon Natale e felice 2021

«Quante volte la gente si chiede “Cosa posso comprare?”,Cosa posso avere di più?”. Chiediamoci piuttosto: “Cosa posso dare agli altri, per essere come Gesù, che ha dato se stesso, nato proprio in quel Presepio?”» Papa Francesco

Con i miei migliori auguri di buon Natale e felice 2021

Luigi Bobba

Luigi BobbaAuguri di buon Natale e felice 2021
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Terzo settore in movimento «Ma i ritardi provocano costi»

«Nonostante tutto, siamo di fronte a una realtà in movimento», dice Bobba, plaudendo anche all’istituzione del Registro unico nazionale del Terzo Settore (strumento di trasparenza e di benefici notevoli per gli iscritti), e all’ancor più recente sentenza n. 131 della Corte Costituzionale, che pronunciandosi sui rapporti tra amministrazioni pubbliche ed enti del terzo settore, «ha finalmente dato un indirizzo, indicando come via privilegiata quella della coprogrammazione e coprogettazione, la quale, a differenza della procedura competitiva tipica dei fornitori profit di servizi/prodotti verso le Pa, reca il doppio vantaggio di limitare eterni contenziosi, e costruire una compartecipazione di risorse e comunione di scopo tra soggetti dediti ad attività di interesse generale»

leggi l’articolo de L’Arena del 18 dicembre 2020

Luigi BobbaTerzo settore in movimento «Ma i ritardi provocano costi»
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Sussidiarietà Amministrazione condivisa: disco verde

di LUIGI BOBBA presidente Terzjus e LUCIANO GALLO avvocato esperto di rapporti fra Terzo settore e pubblica amministrazione

La sentenza n. 131 del 26 giugno 2020 della Corte costituzionale ha fornito un’interpretazione particolarmente innovativa degli art. 55 e 56 del Codice del Terzo settore (Cts); sentenza, che ha poi trovato immediato riscontro in una norma del decreto “Semplificazioni”. La Corte ha infatti ricostruito ed affermato il rapporto fra il principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale ed il Cts, che ne costituisce l’organica e strutturata declinazione. Inoltre la particolare relazione che si crea fra Enti di Terzo settore (Ets) ed enti pubblici, in quanto finalizzata allo svolgimento di attività di interesse generale, dà vita alla “amministrazione condivisa”. Si tratta dunque, di una relazione collaborativa che, in ogni caso, deve essere “procedimentalizzata”, ovvero deve rispettare i principi e le regole dei procedimenti amministrativi. A distanza solamente di un paio di mesi, è poi intervenuta la modifica del Codice dei contratti, ad opera della legge 120/2020, che ha “fatto salve” le forme di coinvolgimento degli Ets previste dal Cts rispetto alle ordinarie modalità di affidamento di servizi pubblici in forma esternalizzata e dietro pagamento di corrispettivo. Ecco, allora, che la scelta fra l’amministrazione condivisa o l’affidamento di un servizio mediante appalto è, in primo luogo, di tipo politico.  Nell’ambito dell’amministrazione condivisa, Ets ed enti pubblici diventano soggetti che collaborano per lo svolgimento di attività di interesse generale; nell’ambito di una procedura competitiva concorrenziale, invece, ciascuna delle parti si impegna ad una propria obbligazione (esecuzione del servizio e pagamento del corrispettivo). Ne consegue che l’utilizzo degli strumenti del Cts, rappresentata dalla —  verrebbe da dire naturale —  “convergenza” degli interessi delle parti, accomunate nello svolgimento di attività di interesse generale, genera una vera e propria “comunione di scopo”. L’amministrazione pubblica non è più il solo titolare del bene comune, ma questo si realizza anche mediante una cooperazione con gli Ets. Gli interessi delle parti, dunque quelli pubblici e privati, devono necessariamente convergere nell’attività di collaborazione, che —  come ha ricordato la Corte —  si sostanzia nella “messa in comune” di risorse di vario genere, oltre alla condivisione delle finalità. Viceversa, nell’ambito di una relazione contrattuale derivante da un appalto, gli interessi delle parti sono e restano distinti per tutto il rapporto contrattuale; quello della stazione appaltante ad avere l’esecuzione del servizio a regola d’arte; quello del privato esecutore a maturare l’utile d’impresa, derivante dal corrispettivo pagato dalla prima. Pertanto, partendo dalla ricordata “parità” degli strumenti offerti dall’ordinamento (Cts e codice dei contratti pubblici), la scelta a monte dell’ente non è neutra, poiché emerge chiaramente il diverso ruolo degli Ets quali meri prestatori di servizio o, in alternativa, enti da coinvolgere attivamente, a fronte della meritorietà dell’attività (di interesse generale, dunque caratterizzata dalla non lucratività) da svolgere. Un secondo aspetto —  forse quello maggiormente innovativo —  che merita di essere sottolineato riguarda la dimensione del protagonismo degli Ets, nel senso che il Cts prevede, in termini generali, che l’iniziativa possa anche provenire dal privato sociale. Agli Ets, la Riforma assegna un compito, rilevante anche sotto un profilo culturale, di farsi parte attiva, non assumendo solo un comportamento adattivo alle scelte o alle non scelte degli enti pubblici, ma potendo elaborare e presentare proposte progettuali, ancora una volta nel rispetto della disciplina sui procedimenti amministrativi. L’evidenza pubblica resta sempre la via maestra, ma —  in quest’ultimo caso —  è la conseguenza della valutazione positiva, da parte degli enti pubblici, di una proposta progettuale ritenuta meritevole di accoglimento, in quanto di interesse generale e coerente con gli indirizzi e le finalità degli enti pubblici medesimi. Per essere chiari, è quella proposta progettuale, presentata dagli Ets, che diventa parte della successiva procedura ad evidenza pubblica, con la quale eventualmente misurarsi. L’amministrazione condivisa, sotto altra angolatura, come rilevato dalla stessa Corte costituzionale, determina la messa in comune di risorse di vario genere, pubbliche e private, generando così ricadute positive in termini di qualificazione ed efficacia della spesa pubblica. Inoltre, l’attivazione di rapporti di collaborazione, come dimostrato dalle varie esperienze locali svolte nel Paese, elimina il tasso di conflittualità, tipico delle competizioni concorrenziali nell’ambito delle gare d’appalto, con benefici sia per gli stessi bilanci pubblici, non gravati dal contenzioso, che —  più in generale —  per la generazione di un clima di fiducia reciproco. Non va sottovalutato, inoltre, il livello di trasparenza che procedimenti di co-progettazione, di accreditamento e di convenzionamento, svolti ai sensi del Titolo VII del Cts, possono indurre a beneficio non solo di chi vi partecipa, ma anche degli stessi cittadini. Si tratta, dunque, di procedimenti nei quali l’utilizzo di beni e di contributi pubblici deve avvenire “alla luce del sole” e, come tale, essere rendicontato. In questo modo si rendono possibili anche forme di “controllo diffuso”: l’amministrazione condivisa come strumento di partecipazione attiva della cittadinanza. Sono, pertanto, evidenti le varie e significative ragioni, non solo politiche, per avviare —  nella forma dell’iniziativa pubblica (con la pubblicazione di Avvisi) o in accoglimento di proposte progettuali (a seguito dell’iniziativa privata degli Ets) —  forme di amministrazione condivisa. Verrebbe quasi da dire che, dopo la sentenza della Corte e delle modifiche del codice dei contratti, gli enti pubblici dovrebbero motivare e giustificare la scelta di ricorrere agli strumenti del mercato concorrenziale degli appalti e delle concessioni anziché avvalersi delle forme tipiche di collaborazione con gli Ets.

scarica l’articolo a pag. 80 di Vita.it dicembre 2020

Luigi BobbaSussidiarietà Amministrazione condivisa: disco verde
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Fisco, Terzo settore & Europa: facciamo chiarezza

Equivoci e paradossi nella comprensione delle norme fiscali: il punto sui rapporti tra Italia e Europa per valorizzare il ruolo del Terzo settore italiano. Stiamo pagando l’errore di pensare che gli enti non commerciali e gli enti non profit in senso ampio siano immuni per definizione dal vaglio delle regole UE. Con la riforma del Terzo settore si è scelta una strada diversa, quella della compatibilità con le regole europee. Il tempo dei proclami sul “fermate tutto perché si poteva fare meglio e di più” è ormai superato dal buon senso

Con la legge di bilancio torna alla ribalta il tema fiscale degli enti del Terzo settore (ETS). Abbiamo già vissuto questa esperienza nello stesso periodo di un paio di anni fa quando fu abrogata la cosiddetta “tassa sulla bontà”. In sostanza era stata soppressa la norma che consente di abbattere della metà l’imposta sul reddito degli enti non profit. In quella occasione molte furono le proteste sollevate dal mondo associativo e del volontariato sostenute anche da una buona parte della politica e soprattutto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel discorso di fine anno fece un memorabile richiamo all’essenziale ruolo svolto dal Terzo settore. Da quella vicenda scaturirono due risultati. (continua)

leggi l’articolo di Gabriele Sepio si Vita.it del 14 dicembre 2020

Luigi BobbaFisco, Terzo settore & Europa: facciamo chiarezza
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Unione europea Economia sociale, l’Europa si muove. L’Italia non perda il treno

Si apre una stagione che potrebbe davvero offrire un’occasione irripetibile per aprire finalmente un confronto a livello europeo sul ruolo delle organizzazioni di Terzo settore e sulla necessità di introdurre misure fiscali in grado di riconoscere e valorizzare l’impatto sociale dell’economia sociale. Il Commissario per i diritti sociali e il lavoro e il semestre a guida portoghese sono un’opportunità, ora tocca al Governo italiano

(…) Uso quindi questo spazio per provare a lanciare un appello per passare all’azione sul piano politico e sulla necessità di farlo adesso. Troppe volte i politici europei hanno parlato di investimenti ad impatto sociale, delegando al settore privato e ad una aspettativa filantropica, il compito di agire le leve finanziarie per realizzare innovazione sociale.

leggi l’articolo di Giuseppe Guerini, Presidente Cecop-Cipoca Europe, su Vita.it del 09 dicembre 2020

https://twitter.com/FedSolidarieta/status/1337677129379622913?s=20

 

Luigi BobbaUnione europea Economia sociale, l’Europa si muove. L’Italia non perda il treno
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Luigi Bobba: “Ets come partner di progetto dello Stato”, L’Avvenire, 9 dicembre 2020

Caro Direttore,

Le parole di Papa Francesco e del Presidente Mattarella in due recenti occasioni aiutano mettere a fuoco il ruolo del volontariato e dell’impegno civico dentro questa inquietante crisi pandemica.

Il Pontefice, rivolgendosi a 2000 giovani economisti virtualmente riuniti ad Assisi, ha parlato di quanto sia “cruciale” l’opera del Terzo settore, anche se non sempre è in grado di “affrontare strutturalmente gli attuali squilibri che colpiscono i più esclusi”. Il Presidente Mattarella, a sua volta, in occasione del Giornata internazionale del Volontariato, lo ha definito “volano di solidarietà”, che concorre“alla creazione di una società più equa e priva di pregiudizi…”. Sia Papa Francesco che il Presidente Mattarella attribuiscono al Terzo settore non un ruolo ancillare volto semplicemente a lenire i guai di una società divorata dalle diseguaglianze, bensì ne esaltano la funzione di formazione all’impegno civico e solidaristico.

È proprio da questi assunti valoriali che muove il seminario organizzato da Terzjus – Osservatorio giuridico del Terzo settore – “Promuovere i beni comuni: verso un’amministrazione condivisa” per mettere a fuoco il tema della collaborazione tra Amministrazioni pubbliche ed Enti del Terzo settore. Con l’intento di valorizzare gli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo settore – oggetto di una recente sentenza della Corte Costituzionale – che definiscono gli istituti “dell’Amministrazione condivisa”. Non si tratta solo di un’innovazione normativa, ma di un cambio culturale: lo Stato non è più il solo titolare dell’interesse generale, ma, nella messa in campo di risposte ai bisogni della comunità, le Amministrazioni si avvalgono degli Enti di Terzo settore (ETS) non come meri fornitori, ma come “partner di progetto”. C’è una “comunione di scopo” tra Amministrazioni ed Enti del Terzo settore che può essere la base per aprire una nuova stagione. Ma senza un riconoscimento del ruolo originale e trasformativo del Terzo settore, molte energie degli ETS rischiano di rimanere ingabbiate o non valorizzate. è il rischio che si sta materializzando nell’applicazione della riforma del Terzo settore dell’agosto 2017. Infatti, insieme a passi avanti importanti, ci sono non poche misure che sono rimaste sulla carta. Mi riferisco al Social bonus, ai Titoli di solidarietà, a diverse misure fiscali relative agli ETS e alle imprese sociali. Tale ritardo ha già provocato un mancato utilizzo delle risorse del Fondo destinato alla riforma per quasi 70 milioni nel 2019/2020, che diverranno più di 100 nel 2021 in carenza di rapide decisioni. Di qui un forte invito al Presidente del Consiglio ad utilizzare la “Cabina di regia”, prevista dal Codice, per dare impulso alla riforma coinvolgendo i Ministeri interessati, il Forum del Terzo settore, le Autonomie locali e la Fondazione Italia sociale. Perché il Terzo settore non deve essere costretto a giocare sulla difensiva rincorrendo i diversi provvedimenti o contrastando norme irragionevoli e dannose come quella inserita nella legge di bilancio sul regime Iva per migliaia di piccole associazioni di promozione sociale. I tempi urgono: ma prima della approvazione della stessa, è ancora possibile riparare i danni e mettere a mano a poche e concrete modifiche alle norme fiscali che riguardano gli ETS. Infine, il Governo, mentre predispone le linee guida del Recovery Fund, ascolti la sollecitazione rivolta da più parti di attivare un Action plan per il Terzo settore, considerando – come sta facendo la Commissione Europea – l’economia sociale e di prossimità uno dei cluster industriali su cui puntare per un sviluppo più inclusivo del Paese. 

Lettera di Luigi Bobba, Presidente Terzjus, al Direttore de L’Avvenire del 9 dicembre 2020

Luigi BobbaLuigi Bobba: “Ets come partner di progetto dello Stato”, L’Avvenire, 9 dicembre 2020
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