La priorità dei partiti: togliere soldi ai giovani per darli ai ricchi

  • Il piano da oltre 200 miliardi dovrebbe servire a costruire il futuro della prossima generazione, ma i partiti hanno in testa prima di tutto quella attuale che vota.
  • Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) conta 319 pagine tanto dense quanto vaghe, ma l’unica cosa che sembra interessare oggi ai partiti della maggioranza è l’Ecobonus, cioè la detrazione del 110 per cento per i lavori edilizi che migliorano la sostenibilità ambientale degli edifici.
  • Il problema principale è che mentre l’impatto verde è tutto da dimostrare, l’Ecobonus è sicuramente una misura che peggiora la disuguaglianza tra generazioni, perché prende soldi dai più giovani (facendo aumentare il debito) e li redistribuisce ai loro genitori. Anzi, alla quota più ricca dei loro genitori.

leggi l’articolo di Mattia Feltri su Il Domani del 24 aprile 2021

Luigi BobbaLa priorità dei partiti: togliere soldi ai giovani per darli ai ricchi
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Il vero reddito di cittadinanza sono gli investimenti nella formazione dei giovani

Nell’arco di poche settimane, l’Istat ha presentato una sequenza di immagini dell’Italia che, da diverse angolature, evidenziano criticità radicali: la prosecuzione del cosiddetto “inverno demografico” caratterizzato da svuotamento delle culle e impoverimento della struttura demografica; la perdita di circa 945mila posti di lavoro nell’anno della pandemia; da ultimo, la presenza cospicua di imprese «strutturalmente a rischio» e che ritengono di non riuscire più ad aprire i battenti alla ripresa delle attività.

Se non fosse che la gravità della pandemia costringe i decisori a rincorrere le emergenze, su questi argomenti si dovrebbe aprire un vero e proprio brain storming nazionale per individuare le strategie più urgenti ed efficaci da mettere in campo. Anche perché sono esiti che affiorano in misura sempre più preoccupante, ma non da oggi. Infatti, affondano le loro radici nel tempo.

I punti chiave

leggi l’aticolo su Il Sole 24 Ore del 23 aprile 2021

Luigi BobbaIl vero reddito di cittadinanza sono gli investimenti nella formazione dei giovani
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Iniziativa. I giovani e il servizio civile per tutti. «Sì a un mese di prova in estate»

Durante l’incontro promosso da “Avvenire” e “Vita”, è emerso un fronte trasversale favorevole all’investimento sin da subito di risorse e progetti a favore delle nuove generazioni

Le sfide sul tavolo​

1 La proposta di Bobba. Un’alternanza Scuola-Servizio civile rivolta a tutti i ragazzi e le ragazze tra i 16 e 18 anni e la possibilità di votare per l’elezione dei sindaci. È la doppia proposta avanzata da Luigi Bobba, presidente di Terzjus (Osservatorio di diritto del Terzo Settore) e già sottosegretario al Lavoro. L’idea dell’alternanza tra scuola e SC, che può essere inserita nel curriculum del giovane con l’acquisizione di crediti formativi, venne lanciata con un intervento su Avvenire nel 2020 (tinyurl.com/f38v4483), nel quale Bobba parlava di «un’esperienza di educazione civica sul campo, un modo per qualificare e rafforzare l’appartenenza alla propria comunità». Nel 2013, invece, con l’ex collega parlamentare Dario Nardella (ora sindaco di Firenze), venne depositata una proposta di legge per far votare i 16enni per il proprio Sindaco.

2 Il voto ai sedicenni. In Italia per votare alle elezioni politiche per la Camera, e per le amministrative, si deve avere raggiunto la maggiore età, 18 anni. Lo prevede la Costituzione. Possono eleggere senatori e senatrici, invece, i cittadini con più di 25 anni. La legge di riforma costituzionale per abbassare questo limite a 18 anni è stata approvata alla Camera nel 2019, ma poi l’iter si è interrotto. Da tempo si parla anche di estendere il diritto di voto ai sedicenni. La proposta è stata rilanciata da Enrico Letta nel discorso che ha fatto il 14 marzo 2021 all’Assemblea nazionale del Partito Democratico che lo ha eletto nuovo segretario. La stessa idea era stata messa in campo da Walter Veltroni nel 2007, una volta diventato segretario Pd, e riproposta dallo stesso Letta nel 2019. Del 2015 una proposta di legge analoga della Lega Nord.

3 Il servizio civile universale. È dal 2005 che il Parlamento ha sospeso il servizio di leva obbligatorio, sia quello militare che quello civile per gli obiettori di coscienza. Come per le Forze armate, anche il servizio civile è diventato volontario. Poi nel 2016 è stato coinvolto nella riforma del Terzo settore, diventando “universale”: nelle intenzioni doveva essere accessibile a tutti coloro che ne avessero fatto domanda. L’inadeguatezza dei fondi però finora lo ha impedito e le richieste sono ogni anno almeno il doppio dei posti. Numerose in questi anni le proposte di reintrodurre un servizio civile obbligatorio, di durata inferiore all’anno attuale, come scuola di cittadinanza e impegno civico. Un progetto che si scontra con due difficoltà: creare progetti per un bacino di circa 400 mila giovani l’anno (rispetto ai 50mila attuali) e trovare risorse economiche commisurate.

leggi l’articolo su Avvenre di sabato 17 aprile 2021

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Luigi BobbaIniziativa. I giovani e il servizio civile per tutti. «Sì a un mese di prova in estate»
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Video. Giovani e impegno civile, le proposte per la politica

Webtalk venerdì 16 aprile (17.30-19) organizzato da Avvenire e Vita

L’ingresso dei giovani nella vita civile, il loro coinvolgimento in termini di partecipazione e responsabilizzazione verso la comunità e di impegno sociale e politico sono questioni da tempo sul campo. In una fase storica in cui l’evoluzione demografica rischia di escludere sempre di più le giovani generazioni dalle istanze pubbliche, il tema richiede di essere affrontato con serietà per individuare soluzioni adeguate e aperte al futuro.

leggi l’articolo su Avvenire di venerdì 16 aprile 2021

Luigi BobbaVideo. Giovani e impegno civile, le proposte per la politica
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I giovani e il servizio civile per tutti. «Sì a un mese di prova in estate»

L’invecchiamento dell’Italia non si cura solo con sostegni indispensabili a famiglia e natalità, ma anche con un deciso investimento sui giovani. Motivarli ampliando l’elettorato attivo dai 16 anni e coinvolgerli in un’alternanza estiva scuola-servizio civile di un mese possono essere i binari per un rilancio sociale e politico. Due proposte che raccolgono consensi crescenti in Parlamento, nel Governo e nella società civile. Due sassi lanciati per smuovere una politica stagnante dal segretario del Pd Enrico Letta e dall’ex sottosegretario alle Politiche sociali Luigi Bobba.

leggi l’articolo di Avvenire del 18 aprile 2021

Luigi BobbaI giovani e il servizio civile per tutti. «Sì a un mese di prova in estate»
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Webtalk “Giovani e impegno civile, due proposte alla politica” di Luigi Bobba

Con Luigi Bobba, Alessandro Rosina e Dario Nardella, VITA e Avvenire rilanceranno la proposta di voto ai sedicenni e l’alternanza scuola/servizio civile. Ne discutiamo con il segretario Pd, Enrico Letta, la ministra Fabiana Dadone e la deputata Maria Teresa Bellucci. Venerdì 16 aprile alle 17,30

di Luigi Bobba su Vita.it del 13 aprile 2021

Il rischio che la proposta del voto ai sedicenni del nuovo segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, cada presto nel dimenticatoio è più che concreto. Da circa venti anni sono state formulate proposte simili, ma finora nessuna hai mai avuto un esito positivo. E dico questo, non per non aver apprezzato la scelta di Letta; anzi, perché vorrei che trovasse una effettiva applicazione.

Muovendo proprio da questo intendimento, ho formulato nelle settimane scorse due proposte che hanno la stessa direzione, ma seguono un percorso diverso. L’obiettivo è quello di un pieno coinvolgimento delle generazioni più giovani in una effettiva partecipazione alla vita sociale e politica del Paese. E sono grato ad Avvenire e a Vita di aver messo queste proposte al centro del webinar del 16 aprile Giovani & Impegno civile – per sottoporle a chi oggi ha responsabilità politiche di rilievo.

Già nel 2013 – nelle prime settimane della XVII legislatura – insieme con il collega parlamentare Dario Nardella (ora sindaco di Firenze), presentammo a firma congiunta alla Camera dei deputati, una proposta di legge per introdurre il voto ai sedicenni nelle elezioni comunali. Non era una novità assoluta, perché in Europa (in Austria, in Scozia, e in alcuni lander della Germania) è gia consentito ai sedicenni di votare per il proprio Sindaco o alle elezioni locali e regionali. D’altra parte, nella nostra proposta citavamo uno studio nel quale si prevedeva che nel 2020, i cittadini con meno di 35 anni sarebbero stati tre milioni in meno rispetto a quelli over 65. E’ proprio quello che è avvenuto e le simulazioni per il 2030 ci dicono che il divario continuerà a crescere. Se non si cambia il peso elettorale delle generazioni più avanti con gli anni sarà sempre maggiore; e i partiti, se vorranno vincere le elezioni, dovranno assecondare sempre di più gli interessi degli anziani piuttosto che quelli dei giovani. Dunque non solo è ragionevole portare nell’arena elettorale le generazioni più giovani, ma è perfino necessario per evitare che coloro che rappresentano gli interessi degli adulti di domani, finiscano per essere confinati in una posizione sempre più marginale e privati della possibilità di influire sulle scelte della propria comunità locale o nazionale. E allora, perché optare di far votare per il Sindaco? Per due ragioni: innanzitutto perché si tratta dell’istituzione che ha meglio retto alla crisi della politica e nella quale maggiormente i cittadini si identificano; e poi, con una Paese composto da più di 8000 comuni, anche per un giovane sedicenne potrebbe essere più facile conoscere le persone e i programmi delle diverse liste elettorali e poter così influire, con il voto, sulle scelte della propria comunità. E tale scelta obbligherebbe i partiti ad ascoltare maggiormente le generazioni più giovani, nonché tener conto delle loro domande nei propri programmi elettorali. La democrazia, si dice, per mordere ha bisogno dei denti. I denti sono anche il peso elettorale delle diverse generazioni.

Ma assocerei a questa proposta – il voto per il proprio sindaco – anche un’altra innovazione che ha lo stesso segno. Ne ho già parlato su questo giornale: introdurre progressivamente nella scuola secondaria e nella formazione professionale un’alternanza scuola /servizio civile (qui l’articolo). Di che si tratta? Inserire nel curriculum formativo dello studente – con gli appositi crediti formativi – un mese di servizio volontario (magari durante l’estate) per i 16/17enni presso un ente del terzo settore che opera nella propria comunità. Ci sono già nella scuola sperimentazioni analoghe, ma qualcosa di sistematico, seppur graduale, ancora non esiste. Ne deriverebbero due conseguenze. La prima: tutti i giovani potrebbero toccare con mano cosa significa fare un servizio per le persone piu fragili o comunque dedicarsi ad un qualche impegno civico e di utilità sociale, rafforzando cosi l’appartenenza alla propria comunità locale. In secondo luogo, questo “servizio civile in prova” potrebbe costituire un utile orientamento per poi prendere una decisione più impegnativa raggiunta la maggiore età, ovvero optare per la scelta di un anno di servizio civile volontario. Insomma un’azione di orientamento, di messa alla prova delle proprie capacità e di conoscenza di problematiche sociali altrimenti fuori dal proprio raggio di azione.

Ecco allora che il voto ai sedicenni per il proprio Sindaco e l’alternanza scuola /servizio civile costituiscono due potenti motori di innovazione: nei confronti dei partiti, affinché mettano in cima alle loro scelte le attese delle generazioni piu giovani. Per gli enti del terzo settore, nel trovarsi di fronte un’occasione straordinaria per motivare e formare dei giovani all’impegno civico e volontario, anche orientandoli al servizio civile. Perché i giovani non sono il nostro futuro, ma il nostro presente.

► Quando: Venerdì 16 aprile alle ore 17,30

► Dove: sulla pagina Facebook di Vita: qui e di Avvenire qui

Luigi BobbaWebtalk “Giovani e impegno civile, due proposte alla politica” di Luigi Bobba
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Giovani. Tandem di futuro: servizio civile e voto a 16 anni (per il sindaco)

Caro direttore, leggendo le efficaci provocazioni di Maurizio Ambrosini e Tobia Zevi circa un rafforzamento del Servizio civile finalizzato a interventi nelle periferie urbane e a un progetto di futuro per Roma Capitale – che ‘Avvenire’ ha ospitato nei giorni scorsi –, mi è scattata un’immediata associazione con la proposta di voto ai sedicenni formulata da Enrico Letta nel suo discorso di candidatura a segretario del Pd.

Ci si potrà domandare dove stia il nesso tra le due proposte, se non il fatto che abbiano destinatari comuni: i giovani. C’è, invece, dell’altro. Qualche mese fa, sempre su questo giornale, avevo avanzato la proposta di introdurre un’alternanza Scuola-Servizio civile rivolta proprio a ragazzi e ragazze tra i 16 e 18 anni: impegnare progressivamente tutti i giovani che frequentano la scuola secondaria e la formazione professionale, per uno-due mesi all’anno, in un servizio volontario e di utilità sociale presso un ente del Terzo settore.

Un’esperienza di educazione civica sul campo, un modo per qualificare e rafforzare l’appartenenza alla propria comunità. Tale alternanza andrebbe inserita nel curriculum del giovane attraverso l’acquisizione di crediti formativi e potrebbe rappresentare un qualificato percorso di orientamento per maturare, con la maggiore eta’, la scelta di effettuare il Servizio civile. Ne deriverebbero sicuramente un ampliamento del numero dei giovani disponibili a un servizio per la comunità, ma anche l’acquisizione di una cittadinanza più matura e, dunque, una partecipazione al voto più consapevole. Qui sta la connessione con la proposta di Enrico Letta, che vorrei però declinare in modo diverso. Infatti, già nel 2013, insieme con il mio ex collega parlamentare Dario Nardella (oggi sindaco di Firenze), depositammo una proposta di legge per far votare i sedicenni per il proprio Sindaco. Già allora era evidente che l’elettorato stava rapidamente invecchiando, tanto che oggi i cittadini sotto i 35 anni sono tre milioni in meno rispetto a quelli con più di 65 anni. E dunque un elettorato sempre più anziano avrebbe condizionato le priorità dei partiti, mettendo in secondo piano le esigenze e le attese dei più giovani.

La mia proposta può apparire meno ambiziosa di quella di Letta, ma forse potrebbe costituire un’utile ‘prova’ per far sentire questi giovani dei cittadini a pieno titolo, appartenenti a una comunità locale e in grado di incidere sul destino di essa. Questa ‘prova’ potrebbe poi diventare un volano per spingerli a prepararsi più adeguatamente, con il compimento dei 18 anni, all’accesso al voto per le elezioni politiche. Credo che sia una proposta realistica per evitare che tutto si riduca a un fuoco di paglia (se ne parla da molti anni di far votare i sedicenni) e che i giovani, ormai minoranza numerica, diventino sempre più marginali nelle competizioni elettorali. In sintesi, alternanza Scuola-Servizio civile e voto ai sedicenni per il Sindaco rappresentano strade convergenti per ridare parola, responsabilità e peso alle generazioni più giovani.
Luigi Bobba

leggi la lettera su Avvenire di domenica 21 marzo 2021

Luigi BobbaGiovani. Tandem di futuro: servizio civile e voto a 16 anni (per il sindaco)
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La petizione. Lavoro, formazione, futuro: le richieste dei giovani italiani all’Europa

Decine di associazioni del terzo settore, della politica e del volontariato inviano una lettera ai parlamentari europei. Ecco cosa domandano.

leggi l’articolo di Avvenire del 13 novembre 2020

 

Luigi BobbaLa petizione. Lavoro, formazione, futuro: le richieste dei giovani italiani all’Europa
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Altro che bonus e sussidi, ai giovani serve lavoro e formazione

Leggi l’articolo di Maurizio del Conte su Il foglio del 3 settembre 2020

 

Luigi BobbaAltro che bonus e sussidi, ai giovani serve lavoro e formazione
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Il debito buono si può fare. L’agenda Draghi declinata dal prof. Fortis

L’economista della Cattolica e della Fondazione Edison: inutile vivacchiare, indebitarsi in modo produttivo vuol dire investire, fare porti, Alta Velocità e scuole, anche ricorrendo al Mes. Rubare il futuro ai giovani? Serve una prospettiva, a che serve studiare legge se la giustizia non funziona?

leggi l’articolo su Formiche.net del 19 agosto 2020

Luigi BobbaIl debito buono si può fare. L’agenda Draghi declinata dal prof. Fortis
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