Formazione e politiche attive del lavoro: pronto il Piano da 7,2 miliardi

Il decreto interministeriale (Lavoro-Mef) fissa le tre gambe del Piano che ha l’obiettivo di aggredire ritardi e nodi storici nel rapporto tra formazione e lavoro

Arriva il maxi piano del governo su formazione e politiche attive, che tra fondi comunitari del Pnrr e risorse nazionali potrà contare nel complesso su una dote di 7,2 miliardi di euro. L’obiettivo è coinvolgere tutti, dai giovani, con il decollo del sistema duale (600 milioni) ai disoccupati-cassintegrati (programma Gol da 4,9 miliardi tra Recovery Plan e React-Eu), fino ad arrivare ai lavoratori in servizio attraverso il Fondo nuove competenze, rifinanziato fino a 1,7 miliardi (1 miliardo da React Eu e 700 milioni dal decreto fiscale). (continua)

leggi l’articolo e guarda il video su Il Sole 24 Ore del 12 dicembre 2021

Luigi BobbaFormazione e politiche attive del lavoro: pronto il Piano da 7,2 miliardi
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Esclusi ma indispensabili. Il (non) ruolo del Terzo settore nel Recovery Plan

Per la Commissione europea, l’economia sociale e il non profit sono fondamentali per il rilancio dello sviluppo economico. Ma sembra che l’Italia non abbia ancora recepito il messaggio

In un Piano che voglia ricostruire le condizioni per lo sviluppo non solo economico ma anche sociale dell’Italia, il ruolo del Terzo settore e dell’economia sociale dovrebbe messo in primo piano, piuttosto che nascosto tra le righe. Invece nel Pnrr il Terzo settore è citato, in qualche punto, ma senza molta convinzione. Dell’economia sociale nessuna traccia del tutto. Quasi fossero temi estranei al compito, assegnato al Piano, di indicare le strade per rigenerare un Paese stremato.

leggi l’articolo di Gianluca Salvatori su Linkiesta del 6 febbraio 2021

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